Tempi stretti per finanziaria, servirà lavoro “a quattro mani”

Giovedì la Nadef, poi corsa contro il tempo per legge bilancio. Palazzo Chigi lavora a passaggio consegne

SET 27, 2022 -

Roma, 27 set. (askanews) – Una manovra scritta in collaborazione tra vecchio e nuovo governo, almeno per la definizione delle linee guida. E’ quella che si va profilando nel passaggio di consegne a Palazzo Chigi dopo il voto di domenica scorsa. “E’ una esigenza oggettiva, dettata dai tempi”, sottolina un esponente di primo piano di Fratelli d’Italia. La ‘scaletta’ è molto serrata: entro il 15 ottobre il governo dovrà inviare alla Commissione il Draft Budgetary Plan (Dbp), che definisce l’architettura della legge di bilancio, che comunque dovrà essere inviata a Bruxelles, in via definitiva, un mese prima dell’approvazione da parte delle Camere. Il presidente del Consiglio Mario Draghi, anche per correttezza istituzionale, non ha intenzione di scrivere il provvedimento, ma di limitarsi ad impostare il lavoro. Per questo giovedì il Consiglio dei ministri dovrebbe approvare la Nota di aggiornamento al Def, ma solo per quanto riguarda il quadro tendenziale. La crescita dovrebbe essere rivista al ribasso (intorno allo 0,5-0,6%) per effetto della guerra in Ucraina e della crisi energetica, con un indebitamento sotto il 5%. Considerando che le nuove Camere si riuniranno il 13 ottobre, il nuovo esecutivo sarà pienamente in carica non prima della fine Di Ottobre. Sarà dunque necessario impostare già prima il lavoro sulla finanziaria con un intervento “a quattro mani”, come auspicato da Guido Crosetto. “E’ difficile – ha spiegato quello che è uno dei principali consiglieri di Giorgia Meloni – pensare, considerati i tempi strettissimi, che non si cominci a lavorare da subito a un atto fondamentale come il bilancio dello Stato, pur non essendoci ancora un nuovo governo. Penso sia necessaria una totale collaborazione degli uffici del Mef e della Ragioneria: va trovato un modo di interagire per il bene dell’Italia”. Dunque quello che si profila è un lavoro (sottotraccia) per arrivare al momento dell’insediamento con buona parte del lavoro già fatto. Non sarà comunque, spiegano fonti parlamentari di centrodestra, una manovra “rivoluzionaria”, per la quale servirebbe più tempo. Sicuramente, spiegano le fonti, ci sarà un intervento sulle bollette, pur senza fare ulteriore debito. L’obiettivo è mettere un tetto ai costi ma anche procedere rapidamente al disaccoppiamento del costo dell’energia. Il tutto sperando che nel Consiglio europeo del 20 e 21 ottobre (a cui salvo sorprese dovrebbe prendere parte per l’ultima volta Mario Draghi) venga deciso il tetto al prezzo del gas. Non escluso anche un intervento sul costo del lavoro e misure di sostegno a famiglie e imprese. Da affrontare anche il tema delle pensioni: a dicembre scade quota 102 e senza un intervento si tornerebbe alla legge Fornero, odiatissima da Matteo Salvini. Possibile anche un intervento correttivo sul reddito di cittadinanza.