Meloni dice ‘no’ al salario minimo per legge: è uno specchietto per allodole

Sono assolutamente d'accordo sul risultato ma la strada è taglio tasse e incentivi a imprese

AGO 18, 2022 -

Elezioni Roma, 18 ago. (askanews) – No di Giorgia Meloni al salario minimo per legge come proposto nei programmi elettorali di Pd e Cinque Stelle. “Sono assolutamente d’accordo sul risultato da ottenere – risponde la leader Fdi, candidata premier in pectore del centrodestra- ma una norma per introdurre per fissare per legge è un pò uno spechiato allodole. Il tema dell’aumento dei salari italiani bassi e fermi – dice ai microfoni di Mattino 24 a Radio 24- è serissimo. Ma su come realizzare l’aumento dobbiamo ragionare bene e decidere dove mettere le risorse che in questo momento abbiamo. Per me il salario lo si aumenta di certo con un taglio netto del cuneo fiscale in busta paga accompagnato agli incentivi alle imprese ad assumere e occupare. La strada per me è quella e la avrei già seguita. La proposta di Fdi per le imprese ‘più assumi meno tasse paghi’ significa questo”. Poi Meloni torna sul reddito di cittadinanza. “Mi vanto che Fdi sia stato l’ unico partito che non ha votato mai il reddito di cittadinanza: è una misura ingiusta. Uno stato giusto non mette tutte le persone sullo stesso piano. Distingue chi non può da chi non vuole lavorare”. “Va distinito – sottolinea la presidente Fdi- il sostegno al reddito di chi ha una difficoltà oggetiva a lavorare perchè fragile, invalido o con problemi personali o familiari particolari che è doveroso e giusto a invece l’incentivo a far assumere i disoccupati da parte delle imprese. Se avessimo già dato alle imprese per questo la cifra che stiamo spendendo per il reddito avvremmo forse molti più occupati al lavoro che disoccupati a casa”. “La povertà in Italia – osserva ancora Meloni- con l’avvento del reddito non è dimunità, è aumentata. Dunque il reddito di cittadinanza non ci ha aiutato. Perchè la povertà non si abbatte per decreto come pretendeva Di Maio, si combatte producendedo posti di lavoro. Incentivando e sostenendo le aziende ad assumere, non lasciando a casa la gente che può lavorare dandogli uno stipendio”. Tor/Int13