In direzione Pd dubbi su Calenda. Letta: alleanze solo elettorali

Il segretario: "Sfida è tra noi e Meloni, restiamo uniti"

LUG 26, 2022 -

Pd Roma, 26 lug. (askanews) – La sfida è tra Pd e Giorgia Meloni, la campagna elettorale sarà “difficile”, la partita si gioca su “30 collegi al Senato e 60 alla Camera” e il partito dovrà essere “unito”. Enrico Letta parla in direzione e mobilita il partito, chiedendo a tutti responsabilità anche durante le prossime due settimane, quando verranno definite le liste elettorali. Non devono “volare gli stracci”, avverte, e chiede a tutti la disponibilità a mettersi in gioco non solo nei collegi sicuri ma anche “in quelli in cui potremmo vincere”. Ma il segretario deve anche dire parole precise sulle alleanze, perché è forte la ritrosia di una parte del partito verso il probabile accordo con Carlo Calenda: Andrea Orlando, Goffredo Bettini e Matteo Orfini, tra gli altri, piantano dei paletti durante il dibattito. Con i 5 stelle il discorso è chiuso, spiega il segretario, non si può fare nessun accordo con il “trio degli irresponsabili”, cioè appunto M5s oltre che, ovviamente, Lega e Fi. Con gli altri si faranno intese, perché la legge lo impone, ma saranno accordi “tecnici”. Insomma, il Pd sarà il Pd, con il suo programma e Letta come “front-runner”. Parole pronunciate in replica, dopo che appunto qualcuno aveva sollevato la questione. Per Orlando il Pd deve mettere al centro l’agenda sociale, la lotta alle diseguaglianze, sottolineando che però serve un “sistema di alleanze che non sia in contraddizione con il messaggio che vogliamo costruire”. Orfini ha posto l’accento sul tema ambientale e sulla scuola, anche lui spiegando che non si può essere il “partito ambientalista” rivendicato da Letta se poi sei alleato a chi – come Calenda – propone il nucleare. Ancora più netto su Calenda Goffredo Bettini. Letta nella replica ha chiarito: “Vorrei non fosse passato sotto silenzio uno dei passaggi chiave della mia relazione: il cuore del nostro progetto politico siamo noi ed è la nostra lista. Poi ci sono alleanze elettorali che siamo costretti a fare dalla legge elettorale”. Insomma, “le alleanze elettorali che faremo non inficeranno in nulla la nettezza della nostra narrazione, chi siamo noi”. Debora Serracchiani, del resto, in tv ad Agorà aveva già chiarito: “Noi non andiamo avanti né a scossoni né a strattoni, mettiamo prima di tutto il programma. E mi pare che Carlo Calenda non solo lo stia apprezzando ma l’abbia anche detto. E’ importante fare un’alleanza, che è un’alleanza tecnica nei collegi uninominali”. Insomma, assicura Letta, il Pd si presenterà con il proprio profilo, che prevede l’agenda sociale, l’impegno per la transizione ecologica, la difesa dei diritti per le persone più deboli. Il segretario, per tenere unito il partito, rivendica sia il sostegno del Pd al governo Conte-bis che l’appoggio a Mario Draghi: “Abbiamo servito il paese, se non ci fosse stato il nostro lavoro a fianco dei 5 stelle non avremmo avuto il governo Draghi”. E d’altro canto, il Conte-bis “il governo Conte bis ha ottenuto i fondi del Ngeu, ha gestito la pandemia”. E, appunto, l’importante è tenere l’attezione sul vero obiettivo: “Gli italiani sono pronti, gli italiani hanno capito. Gli italiani sono molto più saggi di noi. La strada che ci hanno indicato gli italiani è ‘giocatevela senza paura’. E – ci dicono quelli che ci guardano con interesse -: ‘La sfida è tra voi e la Meloni'”. Insomma, tutti concentrati, cercando di parlare anche alle “Pmi sconcertate” per la crisi, all’elettorato di Fi perché “nel centrodestra si è aperta una voragine” e il partito di Berlusconi “ha deciso di sciogliersi nella Lega”. Dunque, bisogna “continuare, non in modo formale ma sostanziale, l’unità interna”, senza cedere alla tentazione “provinciale” di guardare a modelli stranieri: “I dibattiti all’italiana sugli Zapatero, i Melenchon, i Blair sono quanto di più provinciale possa esistere. Chi si infila in quei dibattiti ha già perso in partenza. Si vince soltanto se siamo noi. E noi siamo il Pd. Facciamola fino in fondo questa scelta di orgoglio”. Il discorso viene approvato all’unanimità dalla direzione. Poi, come dice Orlando, sulle alleanze si vedrà al momento degli accordi: “L’unanimità si verificherà quando ci saranno le alleanze. C’è una unanimità sui criteri con i quali provare a costruire alleanze tecniche”. Adm/Int2