Il Copasir si occuperà della propaganda anche sui social

Dopo la relazione dell'intelligence sulla propaganda filorussa

GIU 7, 2022 -

Ucraina Roma, 7 giu. (askanews) – “Sulla disinformazione faremo approfondimenti a 360 gradi”, anticipa al Corriere della Sera l’onorevole Federica Dieni, esponente del M5S e vicepresidente del Copasir. Approfondimenti sulla propaganda russa in Italia? “Da mesi sentiamo l’esigenza di approfondire il tema della disinformazione, che non è posta in essere solo da canali russi, ma anche da altri Stati. Siamo partiti dai sistemi di informazione tradizionali, convocando Fuortes per la Rai e Lasorella per l’Agcom e adesso estenderemo le audizioni anche ai social”. “Ancora – ha spiegato – non abbiamo una lista definita, cercheremo di capire quali sono gli attori più importanti da audire. Attraverso i social si crea molta disinformazione. Il settore va regolamentato perché siamo al liberi tutti e lo dico anche per esperienza personale”. La vicepresidente Copasir ha raccontato che “per aver condiviso un post sulla libertà di opinione sono stata attaccata dai troll, che non sono persone con nome e cognome. È una cosa organizzata, le cui vittime sono le persone meno attrezzate per comprendere la gravità di certe notizie false diffuse e rilanciate”. Il presidente del Copasir ha ricevuto ieri il report aggiornato dell’intelligence sulla propaganda filorussa: “Sapevamo che ci stavano lavorando, ma in effetti siamo rimasti spiazzati”. Secondo Dieni sono permeabili alla propaganda russa anche altri Paesi, come Francia e Germania, ma in Italia “forse noi abbiamo meno anticorpi perché questo tipo di minaccia è stato sottovalutato. In campo energetico siamo più fragili e ricattabili perché dipendiamo dalla Russia a causa di scelte degli ultimi vent’anni. Ma ci siamo dimostrati molto forti a livello di governo per rispondere a questo tipo di ricatto”. Il governo Draghi ha preso precauzioni: “Ha bandito Russia Today e Sputnik, ma il sistema della propaganda non si è arrestato. Per questo è importante fare valutazioni sulla bontà delle informazioni che si diffondono, per capire se c’è l’ingerenza di Stati stranieri che vogliono orientare l’informazione attraverso canali tv e social”. Gtu