M5S in ebollizione, Conte minimizza. Di Maio? Non ce l’ha con noi

Giarrusso lascia, Cominardi punge Draghi. C'è chi non esclude crisi

MAG 25, 2022 -

M5s Roma, 25 mag. (askanews) – Sempre sul filo dell’alta tensione la vita interna del Movimento 5 stelle. A Luigi Di Maio che ieri aveva lanciato un avvertimento contro le “fibrillazioni” nella maggioranza e il rischio di un “nuovo Papeete”, il leader stellato Giuseppe Conte risponde oggi “chiedetelo a Salvini, Di Maio per quale motivo dovrebbe fare riferimento al M5S?”. Nel Movimento però il clima è da “liberi tutti”, fra chi annuncia la separazione, chi non esclude a breve un incidente parlamentare che destabilizzi il Governo e chi vaticina, in quel caso, l’esplosione dei gruppi parlamentari M5S. La giornata di Conte inizia con l’annuncio della scissione individuale, con annessa promessa della fondazione di “una nuova formazione politica” dell’europarlamentare Dino Giarrusso. L’ex Iena di Mediaset conferma la “stima” nei confronti dell’ex premier ma si vota al’opposizione: “Noi – spiega – siamo a sostegno del governo Draghi, fatico ogni giorno a capire per quale ragione dobbiamo starci”. Secca la replica del leader, che ignora la stima e liquida il transfuga bollandolo come un cacciatore di poltrone. Controreplica dell’eurodeputato, che archivia la stima: “La querela? Ci penso”. Altra spina per Conte, il tesoriere del M5S Claudio Cominardi, uomo di fiducia del leader, che pubblica la foto di un graffito murale che rappresenta il premier Mario Draghi con le sembianze della Lupa di Roma ma al guinzaglio del presidente statunitense Joe Biden. Conte prova a svicolare “mi hanno detto che è un graffito, non diamo importanza…” ma l’uscita suscita malumore nei gruppi e reprimende di alto profilo, da Enrico Letta a Luigi Di Maio. Ma come viene letta la situazione all’interno dei gruppi? Nell’ala governista, storicamente vicina a Di Maio, l’allarme è massimo: “Se si dovesse arrivare alla conta per entrare o uscire dal Governo il M5S esplode completamente”, taglia corto a taccuini chiusi un deputato. Opposta la lettura di un senatore vicino al leader del M5S: “La discussione è sempre la solita, da quando abbiamo votato per il governo Draghi, del resto – sottolinea, anche lui chiedendo la garanzia dell’anonimato – la consultazione finì 60 a 40 e quella si riflette nel dibattito fra noi parlamentari”. Quanto al rischio che prima o poi queste tensioni portino a uno “strappo” definitivo con il Governo, “anche Draghi sta inguaiato, lo spread sale e la crisi economica morde: voleva fare il presidente della Repubblica, forse anche lui cerca l’incidente parlamentare, anzi direi che è dietro l’angolo”. Nemmeno il rischio di perdere il vitalizio (matura a settembre per i parlamentari alla prima legislatura) in caso di scioglimento anticipato delle Camere spaventa più di tanto le truppe contiane: “Ormai prima di ottobre non si vota, ma io penso pure che prima di elezioni anticipate si farebbe la legge di bilancio”, osserva il senatore. E in vista delle prossime elezioni è ancora possibile un compromesso interno con l’ala “dimaiana”? “Fossi io al posto di Conte – è la replica – tirerei dritto senza cedere niente, si vota, senza bilanciare un bel niente”.