Delpini: Martini incise perché autorevole, predicatore, progressista

Arcivescovo di Milano ricorda suo predecessore a 10 anni da morte

MAG 9, 2022 -

Chiesa Milano, 9 mag. (askanews) – A dieci anni dalla sua morte e a 20 dalle sue dimissioni da arcivescovo di Milano “capita molto spesso” che Carlo Maria Martini venga citato come punto di riferimento per tanti argomenti perché era “autorevole”, perché privilegiava la parola orale rispetto a quella scritta e perché era aperto al contemporaneo. È l’analisi dell’attuale capo della diocesi ambrosiana, monsignor Mario Delpini, intervenuto al convegno “Carlo Maria Martini: un vescovo e la sua città” all’Università Cattolica. Perché Martini “ha avuto tanta incisività nella vita della chiesa diocesana? Quale procedimento fa sì che un magistero segni la storia?” si è chiesto l’attuale arcivescovo di Milano. “La prima risposta è una dinamica dell’autorevolezza” che, a suo parere, è “capacità della persona, capacità di comunicazione e attrattività dei suoi valori che creano consenso”. La seconda risposta, secondo Delpini, è “la fiducia nella parola parlata” che ha contributo all’incisività della sua figura. “È impressionante quanti libri Martini abbia pubblicato, ma sono tutti il frutto della registrazione di suoi interventi, poi raccolti in pubblicazioni. Ha creduto molto in questo, nel predicare gli Esercizi di tradizione gesuitica, aspetto molto rilevante del suo ministero” ha evidenziato l’arcivescovo. “Un ultimo aspetto – ha detto – mi pare sia la convinzione che Martini rappresentasse una qualifica di progressista, aperta al contemporaneo, legittima nella chiesa quanto quella di conservatore”. Si tratta, ha precisato Delpini, di una qualifica frutto di una “interpretazione riduttiva e ideologica” della sua figura, che non consente un “adeguato apprezzamento” dell’apertura di Martini, ma che comunque rende omaggio alla sua “sapiente lettura del contemporaneo” fondata sulla “sinodalità”, cioè un metodo di lavoro basato su assemblee e collaborazioni diocesane.