Ucraina, organizzatori Perugia-Assisi: ricostruire diplomazia

Fnsi: pace, non equidistanza. E Governo assicuri giornalisti sul campo

APR 20, 2022 -

Ucraina Roma, 20 apr. (askanews) – Oltre cento sindaci, 54 scuole e cittadini da trecento città: è la dimensione della marcia straordinaria per la pace Perugia-Assisi in programma sabato prossimo, i cui contenuti sono stati illustrati dai promotori in in una conferenza stampa presso la sede della Federazione nazionale della stampa italiana. “Siamo nel punto peggiore, perché la guerra è già scoppiata e fare la pace è più difficile di prima. Per questo – ha detto Flavio Lotti, storico esponente della Tavola per la pace – il richiamo alla politica, il richiamo al negoziato. I nostri uffici diplomatici sono stati impegnati in questi anni a promuovere il made in Italy, non a promuovere il negoziato per risolvere i problemi globali: dobbiamo ricostruirla una diplomazia”. “Condividere le iniziative per la pace – ha affermato dal canto suo Raffaele Lorusso, segretario della Fnsi – non vuol dire essere equidistanti. In questa guerra c’è un popolo aggredito, quello ucraino, e un aggressore, la Russia, che non intende fermarsi. Crediamo, con Papa Francesco, che sia l’ora di far tacere le armi attraverso ogni sforzo diplomatico. La politica internazionale deve tornare centrale. L’auspicio è che questa marcia straordinaria possa scuotere le coscienze: non si può continuare ad assistere alle scene strazianti di padri e madri che seppelliscono i loro figli”. “La Fnsi – ha aggiunto il segretario del sindacato dei giornalisti – ribadisce il proprio sostegno a tutti i giornalisti italiani in prima linea nelle zone di guerra, ma anche ai colleghi ucraini che sono stati travolti da questo conflitto e ai giornalisti indipendenti russi e bielorussi che si sforzano di dar voce al dissenso contro la politica di Putin e contro i quali si sta abbattendo la censura di Stato”. Anche il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti, ha ricordato l’impegno dei cronisti e degli inviati di guerra: “C’è una differenza – ha affermato – fra chi opera in Russia e Ucraina e gli urlatori a tariffa nei salotti televisivi che usano la guerra a fini interni e impropri. Il Governo italiano potrebbe fare un piccolo sforzo per vedere quanti sono i precari, i freelance presenti in quei luoghi senza editore e magari pagare un’assicurazione pubblica, non vorrei la solidarietà del giorno dopo”. “Ricorderemo – ha detto ancora Giulietti – tutti i nomi dei giornalisti perseguitati e incarcerati in Russia e Bielorussia, ricorderemo Antonio Russo (giornalista italiano ucciso nel 2000 in Georgia, ndr) ma anche Rocchelli e Mironov uccisi da un gruppo di fuoco ucraino. L’Ucraina non ha mai risposto alle richieste del Tribunale italiano, il governo italiano deve bussare alla loro porta e chiedere informazioni, nelle alleanze si fa così”.