‘Ndrangheta, Si: non ci sorprendono arresti, denunciamo da 10 anni

Finalmente una svolta, ma quanto è costato immobilismo?

FEB 17, 2022 -

'Ndrangheta Roma, 17 feb. (askanews) – “L’arresto di 65 persone nell’ambito di un’inchiesta sulle infiltrazioni mafiose nel litorale laziale, le perquisizioni negli uffici comunali di Anzio e di Nettuno, per noi non sono sorprendenti. Era il 2016 l’anno in cui presentammo interrogazioni relative alle possibili infiltrazioni della Ndrangheta tra i corridoi del Comune di Anzio e una legata alle pressioni che a loro volta venivano fatte per la costruzione di un mega impianto di biogas e uno di gestione dei rifiuti. All’epoca fummo promotori di convegni e manifestazioni per denunciare la situazione e intervenimmo a vari eventi sulla legalità insieme al direttore di Ossigeno (l’osservatorio sui giornalisti minacciati dalle mafie) Alberto Spampinato che di minacce da quel territorio ne ha ricevute tantissime”. Lo afferma Sinistra Italiana con la senatrice Elena Fattori e il segretario del partito nel Lazio, Massimo Cervellini. “Nello stesso periodo, ma anche a seguito della relazione finale della Commissione Antimafia, incontrammo l’allora prefetto Basilone – proseguono la senatrice e il segretario laziale di SI – per valutare la possibilità di scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose. Poco prima, il 13 aprile 2017, il sottosegretario agli interni Boccia rispose ad un’interrogazione dicendo sostanzialmente che tra gli arrestati delle operazioni Malasuerte e Supercar non erano coinvolti politici tanto da poter procedere ai sensi dell’art. 143 del TUEL. La risposta fu negativa e nulla si fece nemmeno nel 2018 quando la Commissione Antimafia pubblicò le conclusioni sulla situazione nelle zone di Anzio e Nettuno, manifestando la necessità di verificare gli estremi per lo scioglimento anche sulla base dell’audizione del prefetto di Roma che riceveva sempre più sollecitazioni”. “Ora ci domandiamo quanto sia costato alla società e ai cittadini questo immobilismo, quanto malaffare ancora sia stato perpetrato per non aver voluto intervenire in maniera netta e decisa quando le evidenze portavano chiaramente a un percorso tracciato di scioglimento. Ci auguriamo – concludono Fattori e Cervellini – che la deflagrazione di oggi porti il nuovo prefetto a fare quanto il suo predecessore non ha voluto, con la speranza che almeno stavolta qualcosa si faccia in maniera concreta e che si proceda a indagini sempre più approfondite ed efficaci per risanare amministrativamente un territorio le cui infiltrazioni sono note da tempo”.