Mercoledì 19 gennaio 2022 - 19:12
Taccuino Quirinale, lo sbriciolamento dei poli
Il Quirinale allarga le differenze interne a centrodestra e centrosinistra

Il centrosinistra, del resto, non e’ messo molto meglio, anche se la strategia super attendista di Enrico Letta ha sinora yenute piu’ coperte le divisioni. Per non correre rischi, nel vertice di questa mattina i tre leader Letta, Conte e Speranza si sono ben guardati dal fare nomi e hanno sottolineato le contraddizioni degli avversari: hanno detto di essere pronti a discutere un candidato condiviso col centrodestra, che pero’ dovra’ prima sgombrare il campo dalla candidatura Berlusconi; si sono dichiarati disponibili a valutare altri nomi proposti da Salvini e Meloni, ma senza riconoscere loro un presunto “diritto di indicazione”, specie dopo l’analisi del politologo Roberto D’Alimonte secondo cui, analizzando i risultati delle ultime elezioni, il centrosinistra (Italia Viva compresa), ha la maggioranza relativa dei grandi elettori: 463 contro 452 del centrodestra, piu’ 94 senza partito, come riferito nel Taccuino Quirinale di ieri. Se dovesse fare nomi, il centrosinistra si troverebbe diviso tra chi vorrebbe Draghi (parte del Pd), chi preferirebbe il Mattarella bis (parte dei grillini) chi sarebbe disposto ad accettare un nome di centrodestra (Conte e Di Maio) Berlusconi escluso. Divisioni ancora maggiori sul futuro del governo, con o senza Draghi, e sull’eventuale nuova legge elettorale. Insomma, la Babele regna sovrana. E i granelli scorrono nella clessidra: al primo voto di lunedì 24 gennaio mancano meno di 120 ore.