Taccuino Quirinale, Confusione continua.Gioco dell’oca, domani riunione centrodestra e sabato vertice Pd

Stasera M5S con Conte. Letta aspetta incontro Berlusconi con Salvini e Meloni

GEN 13, 2022 -

Elezioni Quirinale Roma, 13 gen. (askanews) – Cresce la confusione ma nello stesso tempo decresce il tempo disponibile. Il 24 gennaio, giorno della prima votazione di Camere riunite per l’elezione del nuovo presidente della Repubblica, sta arrivando a grandi passi. Il tempo stringe per capire il profilo (non il nome, mi raccomando) di quello che potrà essere il nuovo capo dello Stato ma le forze politiche continuano a giocare. Un gioco dell’oca, a cui partecipano tutti i partiti, che avrà un passaggio importante (salvo poi come nel Monopoli essere rimandati tutti alla casella del VIA) da questa sera e nei prossimi giorni. In serata si riuniranno con Conte i gruppi parlamentari M5S. Domani vertice di centrodestra. Sabato riunione congiunta direzione-gruppi parlamentari Pd. Insomma, un tentativo di capire cosa fare…guardando gli altri ovviamente. Il cerino acceso non deve rimanere in mano mia! I due candidati di fatto – per ora – sono Mario Draghi e Silvio Berlusconi. Il primo, dopo le esaltazioni dei mesi scorsi per una sua naturale salita al Colle, sta conoscendo una fase di freddo politico. Una inderteminatezza sul suo nome dettata dalle strategie politiche e legate alle elezioni anticipate che rovocherebbe, in ogni senso, una decisione di Draghi sul Colle. Il secondo, Berlusconi, ormai partito come un caterpillar dei vecchi tempi, deciso a cogliere l’occasione della vita. Ma se l’ex governatore di Bankitalia attende di capire e non si espone l’ex premier ed ex Cav si espone, eccome! Telefonate, regali, promesse all’universo dei grandi elettori, certo che così avrà i voti necessari – dalla quarta votazione quando ne saranno sufficienti 505 – per essere eletto capo dello Stato. Ma bisogna capire cosa faranno Lega e FdI. Non sarà infatti secondario, anche se non definitivo, il vertice del centrodestra domani a Villa Grande da Berlusconi dove Salvini e Meloni capiranno quali numeri l’ex premier ha in mano e soprattutto se varrà la pena, fatti calcoli in casa propria, aiutarlo. Al di là delle dichiarazioni di facciata (Berlusconi è il nostro candidato, ribadiscono oggi Salvini e Meloni) dagli alleati di centrodestra emerge con sempre più forza la necessità di un piano che vada oltre Berlusconi, ritenuto non in grado di raccogliere i voti necessari. Un macigno, quello dell’ex premier, che forse permetterebbe al centrodestra nel suo insieme (Coraggio Italia, vicina al centrodestra e con 30 grandi elettori per esempio è con Berlusconi ma non esclude la necessità di pensare ad un candidato che vada oltre il leader di Fi) di avviare un dialogo con il centrosinistra, Pd in testa. Partito democratico che non a caso ha spostato la sua riunione direzione-gruppi parlamentari a sabato, dopo la riunione del centrodestra. Un partito che con Letta, al di là delle dichiarazioni di rito, guarda con attenzione ai movimenti in atto nel campo avversario sua disponibilità a discutere. D’altronde la Lega ieri con il capogruppo alla Camera Molinari ha chiarito che “Berlusconi è divisivo, trovare figura condivisibile con il centrosinistra”. Un fine settimana infine che offre anche il piatto di M5S, che dovrà capire – ancora – cosa farà. Questa sera ci sarà la riunione dei gruppi parlamentari con Giuseppe Conte, convocata soprattutto per ribadire che l’ex premier è il leader del movimento e che è lui che nella partita del Quirinale ha titolo a dare le carte. Domani Renzi riunisce i suoi di Iv. Insomma, il tempo scorre e il nome per il Quirinale da prassi esce sempre a ridosso o durante il voto. Ma una confusione e una rapposizione politica così istituzionalmente sgrammatica non si era mai vista.