Terza dose, Pd: milanesi spediti a Lecco, nuovo errore Regione

Rozza: "Molti rinunciano a prenotare"

NOV 25, 2021 -

Coronavirus Milano, 25 nov. (askanews) – Dal quartiere San Siro di Milano a Lecco e Vimercate per essere vaccinati con la terza dose il 30 novembre, altrimenti in città non prima di gennaio. Da Bagnolo Cremasco, in provincia di Cremona, fino in piazza Novelli a Milano il 7 dicembre e se non si può, c’è posto a Chiari, in provincia di Brescia. Ancora: da Cesano Boscone si può avere un appuntamento in tempi brevi a Varese, altrimenti si va a Lurate Caccivio, a 44 chilometri da casa. Per stare nella Città Metropolitana di Milano, un cittadino di Cesano Boscone può andare a Basiano a fine dicembre, e i chilometri salgono a 47. Sono queste le simulazioni fatte questa mattina, tra le ore 11 e le 12, dal gruppo regionale lombardo del Partito Democratico, immettendo nel sistema di prenotazione i dati di cittadini over 40 a cui sono scaduti già i 180 giorni dalla seconda dose, quindi pronti per l’inoculazione del richiamo. “Ci giungono segnalazioni da ogni territorio di cittadini che stanno cercando di prenotare la terza dose e si trovano di fronte appuntamenti lontani da casa o non prima di alcune settimane – spiega la consigliera Carmela Rozza -. Il risultato è che molti di loro rinunciano a prenotare, sperando di avere miglior fortuna nei prossimi giorni, e quindi rischiando di perdere settimane preziose prima dell’inoculazione, mentre il virus torna a correre. Il dramma è che i posti oggi non ci sono, perché tra agosto e settembre la Regione ha chiuso o ridotto gli hub vaccinali e ora non riesce a potenziare in tempi brevi quelli rimasti, figuriamoci ad aprirne di nuovi. Spiace ricordare che lo avevamo detto il 2 di novembre, con una mozione in Consiglio regionale, che non saremmo stati pronti per la terza dose, e spiace di più constatare che avevamo ragione e che non siamo stati ascoltati, anzi, ci è stato detto che stavamo facendo allarmismo. Il risultato lo stanno vedendo i lombardi in queste ore ed è l’ennesimo errore nella gestione della pandemia della giunta Fontana-Moratti”.