Giacobbe (Pd): Italia vincente ha reso meno duro periodo difficile

Comites istituzioni di prossimità, vanno valorizzati

OTT 15, 2021 -

Italiani all'estero Roma, 15 ott. (askanews) – L’estate sportiva è stata ricca di successi per l’Italia, dagli Europei di calcio alle Olimpiadi e Paralimpiadi, alla pallavolo e al ciclismo. Abbiamo chiesto ad alcuni parlamentari eletti all’estero di partire dai tricolori che abbiamo visto sventolare per le strade di tanti Paesi, per raccontare i legami fra le comunità di connazionali nel mondo e la nostra comune terra di origine. Ma anche di spiegare quanto sono importanti le elezioni dei Comites, in programma a dicembre. Questo è quello che ci ha risposto Francesco Giacobbe, senatore del Partito democratico eletto nella ripartizione Africa Asia Oceania Antartide: “Senza dubbio è stata una estate fantastica a livello sportivo; in Australia purtroppo ancora oggi viviamo in una situazione di lockdown per cui i successi sportivi hanno reso davvero meno duro il periodo che stiamo vivendo. Il tricolore come sappiamo è dentro ai cuori della nostra comunità e ha reso ancora più orgogliosi i nostri concittadini delle loro origini”. D. Lo sport e il tricolore sono simboli elementari, immediatamente riconoscibili. Ma quali sono a suo giudizio gli altri elementi, che siano affettivi e culturali o politici ed economici, che legano al nostro Paese milioni di italiani sparsi nel mondo? R. Elementi essenziali della nostra italianità sono sicuramente sport, arte, cultura, cibo, moda; questi elementi caratterizzano esplicitamente il concetto implicito di italianità. Credo che tra gli elementi essenziali che legano al nostro Paese milioni di italiani nel mondo c’è naturalmente la storia, ossia l’idea di un passato comune e di una memoria che porta alla riscoperta della fisionomia dello spirito collettivo. La storia è il racconto autobiografico di una nazione, una forma di auto-rappresentazione rivolta, anzitutto, alla comunità politica che la costituisce. D. Quali iniziative si potrebbero avviare per rinsaldare questi legami e quali vantaggi ne trarrebbe il nostro Paese? R. A mio modesto parere tutte le iniziative culturali (incluso l’insegnamento della lingua italiana) e storiche che attengono alla nostra nazione contribuiscono a rinsaldare i legami innanzitutto dei nostri connazionali; ma tutto ciò che è cultura allo stesso tempo contribuisce a far conoscere il nostro Paese fuori dai confini nazionali e quindi essere elemento di attrazione. Creare un circolo vizioso positivo che faccia conoscere l’Italia all’estero e avere tra i nostri sponsor le nostre comunità all’Estero non può che avere effetti positivi per l’Italia. D. A fine anno si vota per il rinnovo dei Comites. In che misura questa scadenza è nota nelle comunità dei connazionali, quanta partecipazione suscita? R. Ci troviamo davanti questa scadenza, la mia posizione è nota, sono contrario all’inversione di opzione ed ho chiesto più volte il rinvio di qualche mese per superare i periodi di restrizioni a causa della pandemia. In Australia in particolare dove come detto prima viviamo ancora in una situazione di lockdown la partecipazione è a rischio. Quindi è a rischio un principio democratico. La nostra rete diplomatica consolare sta informando come può i nostri concittadini, i candidati nelle liste faranno altrettanto per sensibilizzare la più ampia partecipazione, ma rimangono problemi oggettivi come, per esempio, l’impossibilità di muoversi causa lockdown. Naturalmente mi auguro la più ampia partecipazione. D. In base alla sua esperienza, quanto sono importanti questi organismi per gli italiani nel mondo, e come si potrebbe valorizzare il loro ruolo, soprattutto ora che la riforma costituzionale, in occasione delle prossime elezioni, consentirà una rappresentanza ridotta alla Camera e al Senato? R. Tutti gli organi di rappresentanza degli italiani all’estero rivestono un ruolo centrale. I Comites sono le istituzioni territoriali di prossimità, più vicini alla Comunità e quindi i primi a potere intercettare esigenze e problemi dei nostri connazionali e fornire idee su come meglio promuovere l’Italia nel mondo. Subito dopo l’approvazione del referendum costituzionale sulla riduzione dei parlamentari ho presentato una proposta di legge per far sì che anche la rappresentanza dei Comites venisse riformata alla luce appunto dei cambiamenti. Purtroppo con grande rammarico ci troviamo oggi a rinnovare organi di rappresentanza pensati ed organizzati su modelli che non esistono più tra i nostri connazionali e le nostre comunità. Nella mia proposta punto a valorizzare ruolo e competenza dei Comites con l’obiettivo di rappresentare alle istituzioni italiane un quadro generale dei bisogni e delle richieste dei connazionali all’estero, un ruolo propositivo che miri a migliorare il funzionamento delle strutture consolari e degli altri enti italiani presenti o operanti sul territorio. Una presenza sul territorio che non sia subalterno agli altri organi di rappresentanza né alle istituzioni ma una presenza quella dei Comites che si distingua nelle peculiarità delle rispettive responsabilità e competenze.