Ponte di ferro, Anzaldi: sia dedicato a donne vittime dei nazisti

"Sarebbe doveroso che si chiedesse cambio nome"

OTT 3, 2021 -

Roma Roma, 3 ott. (askanews) – “Sarebbe ancor più bello e doveroso che un gruppo di cittadini, anche in conseguenza dell’incidente di ieri, chiaramente conseguenza e simbolo della cattiva gestione del territorio, delle strutture e delle emergenze, chiedesse al nuovo sindaco di Roma di cambiare il nome al Ponte dell’Industria (che peraltro non ha più un significato in quel posto) in Ponte delle Donne. Sarebbe una decisione giusta ma tardiva che farebbe bene al ricordo di quelle dieci eroine e soprattutto farebbe bene alla nostra società e al nostro futuro. Speriamo”. E’ quanto scrive il deputato di Italia Viva Michele Anzaldi in un intervento su “Huffington Post”, a proposito del rogo al Ponte dell’Industria a Roma, noto anche come “Ponte di Ferro”. “Tanti si fermeranno – prosegue Anzaldi – sul fatto di cronaca, sulla storia di quel ponte che addirittura è stato costruito nel 1862, su quel ponte che fa parte della storia romana e italiana, poiché molti, magari inconsapevolmente, lo hanno visto e conosciuto grazie a Totò nel celebre film di Camillo Mastrocinque ‘La banda degli onesti’, dove il celebre attore si reca per buttare nel Tevere la valigia con le matrici. Tanta storia e tante storie da quel ponte sono passate, ma oggi e proprio oggi che si parla di donne e del loro ruolo, di gente che parla con un certo revisionismo di nazismo, che segna i muri di Roma con le svastiche o addirittura ha le bandiere, sarebbe bello che i mezzi di comunicazione di massa come la tv raccontassero la storia che ricorda quel cippo commemorativo che, venendo da piazzale della Radio, si trova subito dopo il ponte, sulla sinistra. Ricorda una storia bella e agghiacciante. Un gruppo di donne romane, disperate per la mancanza di cibo, addirittura la semplice farina o il pane, viene a sapere che proprio a ridosso del ponte c’è un forno con tanta farina e tanto pane. Un gruppo di donne decide di fare da sé e di andare a prendere il pane per le loro famiglie e per i loro figli. Ma qualcosa va storto. L’esercito tedesco arriva e nonostante la fuga delle donne in tutte le direzioni, alcune addirittura lungo il fiume, dieci vengono prese. Sono Clorinda Falsetti, Esperia Pellegrini, Italia Ferracci, Elvira Ferrante, Eulalia Fiorentino, Elettra Maria Giardini, Concetta Piazza, Assunta Maria Izzi, Arialda Pistolesi, Silvia Loggreolo. Poco dopo, senza alcuna pietà, verranno fucilate su quel ponte che ieri sera è stato bruciato. Non erano partigiane, non erano ebree, erano donne romane che lottavano per cercare di avere un po’ di pane per i loro figli, la farina frutto del sudore degli italiani. Una storia drammaticamente vera che i giovani dovrebbero conoscere e sarebbe bello che magari la TV servizio pubblico diffondesse, magari producendo anche una fiction”.