Clima, Radicali: Regioni impreparate,ancora senza carte geologiche

"A 40 anni dal progetto Carg. Il Piemonte maglia nera"

LUG 27, 2021 -

Clima Roma, 27 lug. (askanews) – “Per affrontare il cambiamento climatico serve partire attrezzati e conoscere il territorio. Alla fine degli anni 80 in Italia è stato lanciato il progetto CARG di cartografia geologica a scala 1:50.000 che prevede la raccolta di dati fondamentali per la prevenzione, la riduzione e la mitigazione del rischio idrogeologico e dei dissesti. Dopo quasi quarant’anni il Piemonte ha realizzato solo il 19,7% delle carte. Male anche la Sardegna, al centro delle notizie in questi giorni, con solo il 36,3%”. Lo dichiara in una nota Igor Boni, presidente di Radicali Italiani che ha verificato i numeri sul sito Ispra. “Il Progetto CARG – prosegue BOni – prevedeva la graduale realizzazione dei fogli geologici su tutto il territorio nazionale. Un primo stanziamento di 81 milioni di euro da parte dello Stato e circa 30 milioni dalle Regioni ha aperto le fasi di rilevamento e pubblicazione fino al 2004. La seconda fase con l’approvazione delle leggi di Bilancio 2019 e 2020 ha previsto lo stanziamento di 25 milioni di euro per il triennio 2020-2022. Con tali stanziamenti si arriverà a coprire solo la metà del territorio. Il progetto CARG, con le proprie banche dati e le cartografie, fornisce il nostro Paese di dati essenziali e irrinunciabili tanto più in questi anni che cominciamo ad affrontare il cambiamento climatico. Eppure dopo quasi 40 anni siamo a metà dell’opera”. “La maglia nera la vince per distacco il Piemonte, seguito dalla Puglia (27,8%) e dal Veneto (31,5%). Tra le Regioni più virtuose l’Emilia Romagna (87,9%), le Marche (85,7%) e la Campania (85,0%). Servono maggiori risorse, sia da parte dello Stato che delle Regioni, per completare il progetto: dissesti superficiali e profondi, frane e terremoti, sono legati alla geologia e alla tettonica che i documenti CARG descrivono. Acquisire maggiori conoscenze per mitigare i rischi e prevenirli costerà immensamente meno di un eventuale ripristino dei danni”, conclude Boni.