Gelmini: completare attuazione federalismo fiscale entro 2026

Audizione in Commissione per le questioni regionali

LUG 13, 2021 -

Regioni Roma, 13 lug. (askanews) – “Ho richiesto ad un team di costituzionalisti un’analisi propedeutica alle decisioni che il Governo dovrà prendere: come vi è noto sul tema della piena attuazione del federalismo fiscale la linea dell’Esecutivo è quella di completare il percorso entro il 2026, così come previsto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza”. Lo ha detto Mariastella Gelmini, ministro degli Affari regionali, durante la sua audizione in Commissione parlamentare per le questioni regionali ricordando che “la viceministra Castelli ha relazionato lo scorso 9 giugno di fronte alla Commissione sull’attuazione del federalismo fiscale specificando anche un cronoprogramma dei passaggi necessari da un lato a completare e migliorare la perequazione comunale, dall’altro a definire fabbisogni standard e livelli essenziali delle prestazioni per Città metropolitane e Province. Il mio stesso ministero, al fine di poter agevolare la ripresa dei lavori in tal senso, ha provveduto a sostituire il proprio membro nella Commissione tecnica sui fabbisogni standard, che giusto la settimana scorsa ha ripreso i suoi lavori facendomi la cortesia di partecipare alla riunione. Ho chiamato a far parte della Commissione in rappresentanza del Ministro per gli Affari Regionali e per le Autonomie la professoressa Cerniglia, la cui nomina è in corso di definizione e il cui contributo, ne sono certa, sarà di altissimo livello, al pari di quello degli altri membri. Se ciò è vero dunque per l’argomento del federalismo fiscale – ha continuato Gelmini – è di tutta evidenza che al momento non è definito un analogo cronoprogramma sul tema dell’attuazione del 116 comma terzo. Il dibattito sulle richieste pervenute da quattro regioni si è infatti sospeso. Alla Commissione di studio presieduta dal professor Caravita è stato chiesto dunque di esprimersi su un disegno di legge cornice, sulla famosa legge quadro. Che, pur prendendo le mosse da uno schema già ipotizzato dal precedente esecutivo, deve fornire maggiori garanzie da un lato di trasparenza e omogeneità delle procedure e dall’altro contribuire a sciogliere una serie di questioni politiche e giuridiche che potrebbero pregiudicare le concrete possibilità di definizione delle eventuali future intese”.