Consiglio Ue, Italia chiede gestione pienamente europea migranti

Questione torna in agenda su richiesta di Draghi

GIU 24, 2021 -

Migranti Roma, 24 giu. (askanews) – La gestione dei migranti deve essere “pienamente europea”. E’ quello che chiederà il presidente del Consiglio Mario Draghi, nel corso del Consiglio europeo che tornerà ad affrontare il tema su precisa richiesta dell’Italia. La questione, sottolineano fonti di Palazzo Chigi, è parte integrante dell’azione esterna dell’Unione europea, e il governo italiano vuole gestirla in modo equilibrato, efficace e umano. Come ha ricordato Draghi, la gestione non può essere soltanto italiana ma occorre che sia pienamente europea, con un impegno comune a contenere i flussi di immigrazione illegali; organizzare l’immigrazione legale; aiutare questi Paesi a stabilizzarsi e a ritrovare la pace. Serve dunque un’alternativa di lungo periodo, in modo che nessun Paese sia lasciato solo. Un migliore controllo della frontiera esterna dell’Unione può essere la base per un piano più ampio che comprenda anche il tema dei ricollocamenti. Come ha ricordato ieri in Parlamento il premier, tra i Paesi dell’Unione, esiste “un’ampia convergenza” sull’esigenza di superare il Regolamento di Dublino concepito in una fase storica diversa da quella attuale ma al momento una solidarietà obbligatoria verso i Paesi di primo arrivo attraverso la presa in carico dei salvati in mare rimane ancora “divisiva” per i 27 Stati Membri. Secondo il presidente del Consiglio, il Patto sulla Migrazione e l’Asilo proposto il 23 settembre del 2020 dalla Commissione Europea ha il merito di ricercare un “cambio di prospettiva”. In Consiglio sta emergendo un terreno comune su diversi aspetti fondamentali, innanzitutto sul riconoscimento delle rotte migratorie come parte integrante dell’azione esterna dell’Unione europea. Sempre parlando ieri alle Camere, Draghi ha sottolineato l’esigenza di intensificare in tempi rapidi la collaborazione e i partenariati con i Paesi di origine e di transito, in particolare con i Paesi Nord-africani. L’obiettivo principale è evitare perdite di vite umane, ma anche contrastare le partenze illegali e ridurre la pressione sui confini europei.