Sinodo italiano, padre Spadaro: serve un calcio dello Spirito

Il contesto è chiaro: un incontro organizzato dai vescovi

GIU 17, 2021 -

Sinodo Città del Vaticano, 17 giu. (askanews) – Il cammino sinodale italiano che prenderà le mosse a settembre può rappresentare un “calcio dello spirito”, secondo padre Antonio Spadaro, direttore della Civiltà cattolica, tra i primi ad auspicare un sinodo nazionale per la Chiesa italiana sulla scia di quanto affermato da papa Francesco nel 2015 a Firenze. “Un luogo privilegiato di discernimento”, scrive il gesuita nell’articolo che appare sul prossimo numero del quindicinale e viene anticipato oggi da Avvenire, “è infatti il processo sinodale, dove, se lo Spirito Santo è in azione, – come ha affermato Francesco – ‘dà un calcio al tavolo, lo butta e incomincia daccapo’. E allora ecco la domanda: non sentiamo oggi il bisogno di un calcio dello Spirito? Se non altro per svegliarci dal torpore…”. “Alla nostra proposta – ricorda Spadaro – fecero seguito interventi autorevoli di vescovi su ‘L’Osservatore Romano’, ‘Avvenire’, ‘Corriere della Sera’, e di teologi e studiosi su ‘Famiglia Cristiana’, ‘il Regno’ e altra stampa cattolica e laica che, in generale, alimentarono il dibattito. Su ‘La Civiltà Cattolica’ intervennero successivamente anche padre Bartolomeo Sorge e il sociologo Giuseppe De Rita. ‘La sinodalità è una proposta che sentiamo di poter e dover fare a una società slabbrata come la nostra», puntualizzò il cardinale Bassetti il 1° aprile 2019. Il Pontefice ha poi effettivamente indicato il cammino sinodale alla Chiesa italiana, parlando ai vescovi del nostro Paese il successivo 20 maggio 2019, aprendo la 73esima Assemblea generale della Cei. Il 21 gennaio scorso, la rotta è stata aggiornata. Andando «oltre le emergenze’, ha detto il cardinale Bassetti, l’Italia deve ricomporre le quattro ‘fratture’ (sanitaria, sociale, educativa, delle nuove povertà) che l’hanno piegata, con una capillare ‘opera di riconciliazione’. Il 30 gennaio Francesco, in un discorso in cui non a caso ha anche difeso con fermezza il Concilio Vaticano II (‘Chi non lo segue è fuori dalla Chiesa’), ha rilanciato la proposta in maniera decisa, affermando: ‘La Chiesa italiana deve tornare al Convegno di Firenze, e deve incominciare un processo di Sinodo nazionale, comunità per comunità, diocesi per diocesi: anche questo processo sarà una catechesi’. Il contesto – chiosa Spadaro – è chiaro: un incontro organizzato dai vescovi italiani. Chiaro il messaggio: la Chiesa italiana deve incominciare un processo di Sinodo nazionale. Chiaro, infine, il metodo: camminare a partire dal basso verso l’alto; comunità per comunità, diocesi per diocesi. ‘Il momento è adesso’, ha scandito Francesco”. Il direttore della Civiltà cattolica auspica riprende il “voto finale” che un altro gesuita, padre Bartolomeo Sorge, recentemente scomparso, espresse al Convegno ecclesiale del 1976: “egli, dopo aver affermato che ‘la risposta pastorale della Chiesa italiana non può essere più affidata alla stesura di un documento’, postulava la necessità di ‘dar vita a strutture permanenti di consultazione e di collaborazione tra Vescovi, rappresentanti delle varie componenti della comunità ecclesiale ed esperti provenienti da tutti i movimenti di ispirazione cristiana operanti in Italia’. Padre Sorge intendeva indicare quel modo di procedere che oggi Francesco definisce come ‘popolo e pastori insieme’. Infatti – proseguiva padre Sorge – ‘è urgente offrire alla nostra comunità ecclesiale un luogo di incontro, di dialogo, di analisi e di iniziativa che (…) superi in radice l’impossibile divisione tra ‘Chiesa istituzionale’ e ‘Chiesa reale”, e che è anche il rischio dell’oggi. Allora la proposta rimase senza esito. Oggi le condizioni per riprendere quel voto ci sono. E sappiamo che i frutti del cammino sinodale verranno per la grazia dello Spirito Santo. Il Sinodo, finalmente!”.