“Da ieri i concorsi per entrare nella Pa non sono più quelli di prima” (Brunetta)

Planati nella modernità accantonando carta e penna

MAG 4, 2021 -

Roma, 4 mag. (askanews) – “Da ieri i concorsi per entrare nella Pa non sono più quelli di prima: i processi, le metodologie, le regole sono cambiate. Siamo planati nella modernità e abbiamo abbandonato carta e penna. Non c’è più il concorso ottocentesco.

La pandemia aveva bloccato tutte le selezioni”. Lo ha detto il ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, intervenendo all’evento online “Il cambiamento della Pa” promosso dal Dipartimento di scienze sociali e politiche dell’Università Bocconi.

“Ci siamo trovati nella condizione di sbloccarle, semplificarle e digitalizzarle. Questo consentirà d’ora in poi la celebrazione dei concorsi in cento giorni dalla presentazione delle domande alla pubblicazione delle graduatorie. È una piccola grande rivoluzione che cambierà la cultura del reclutamento”, ha aggiunto Brunetta.

“L’articolo 10 del decreto legge 44/2021 sui concorsi è ora in discussione al Senato. La scelta che abbiamo fatto – ha continuato il ministro – sarà sottoposta a un processo di affinamento man mano che si svolgeranno le prove concorsuali nei prossimi mesi. Ma la riforma è da considerarsi uno dei tanti strappi che voglio realizzare nel mondo della Pubblica amministrazione”.

“Il mio obiettivo – ha spiegato Brunetta – è di fare i concorsi in 100 giorni, semplificati, blindati rispetto alle manipolazioni e nell’ambito dei quali valorizzare i titoli legalmente riconosciuti, quelli di studio. Tutto in funzione dei posti messi a concorso e del livello di specializzazione delle figure che si cercano. Torniamo dunque a dare i segnali giusti: ci saranno più concorsi l’anno, ci saranno modelli diversi di selezione che le amministrazioni potranno utilizzare, ci saranno tantissime occasioni per chi ha titoli basici. E lo chiarisco una volta per tutte: l’esperienza potrà solo concorrere, insieme ai titoli di studio, alla formazione del punteggio finale. Non agirà da filtro. È una riforma dalla parte dei giovani e del valore della formazione”.

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