Papa Luciani, torna finalmente a Roma l’Archivio privato

Alla sua morte fu rimandato presso la sede patriarcale di Venezia

APR 28, 2021 -

Città del Vaticano, 28 apr. (askanews) – Nasceva un anno fa, il 28 aprile 2020, la Fondazione vaticana Giovanni Paolo I, istituita da Papa Francesco per approfondire il pensiero e gli insegnamenti di Albino Luciani, sacerdote, vescovo, patriarca e, per soli 34 giorni, Pontefice. In un anno la Fondazione ha lavorato alacremente per consolidare la sua struttura e predisporre attività che contribuiscano alla ripresa della eredità teologica e culturale del Papa di origini venete. Passi importanti sono stati compiuti in questi dodici mesi, nonostante le condizioni avverse dettate dalla pandemia. Tra questi, il trasferimento dall’Archivio storico del Patriarcato di Venezia a Roma, nella sede della Fondazione in via della Conciliazione, dell’Archivio privato di Giovanni Paolo I. Un patrimonio di fondamentale importanza, composto 64 faldoni – da foto e lettere all’agenda utilizzata durante il pontificato – per la realizzazione del progetto dell'”opera omnia” di colui che fu Papa per circa un mese.

“Sono le carte di una vita”, spiega a Vatican News Stefania Falasca, vicepresidente della Fondazione Luciani e presidente del Comitato scientifico, nonché da vicepostulatrice della causa di canonizzazione. “Di queste carte si venne a conoscenza solo agli inizi del Duemila. Della prima ricognizione fui incaricata nel 2007 dall’Inchiesta dioecesana suppletiva, disposta dal vescovo di Belluno-Feltre nell’ambito della causa di canonizzazione del Papa di origini venete che è contenuta nella Positio. In una prima disamina potei identificare la natura degli scritti, ricostruirne la genesi, lo sviluppo e il complesso percorso di questo archivio privato che dal Palazzo apostolico della Santa Sede, dopo la morte di Giovanni Paolo I, il 28 settembre 1978, venne rimandato presso la sede patriarcale di Venezia”.

Tornate a Roma lo scorso primo dicembre, “il primo marzo 2021, sotto la guida del prefetto dell’Archivio apostolico vaticano, monsignor Sergio Pagano, è iniziato il lavoro di inventariazione per il quale abbiamo istituto borse di studio e, contemporaneamente, con la collaborazione della Biblioteca Apostolica Vaticana, il lavoro di digitalizzazione del Fondo”.