Covid, Toti: serve una data simbolo per il ritorno alla normalità

L'inizio di maggio è il momento giusto

APR 10, 2021 -

Roma, 10 apr. (askanews) – I numeri sono ancora preoccupanti, ma Giovanni Toti, presidente della Liguria, sceglie l’ottimismo della volontà e, per quanto possibile, della ragione: “Dobbiamo dare il segnale che il ritorno alla normalità, è vicino. Serve una data simbolo”.

“Penso che l’inizio di maggio sia il momento giusto – dice in un’intervista al Corriere della sera -. Ci sono tante cose da fare: far ripartire la stagione turistica, quella fieristica, lavorare per i grandi eventi di estate e autunno. Bisogna dare certezza a chi fa impresa che può rimettersi in moto, facendo assunzioni, organizzandosi. Perfino alle famiglie: si deve poter pensare che sarà possibile festeggiare un matrimonio, un battesimo, fare una vacanza, un viaggio”.

Sul rimprovero di Draghi verso chi ha scavalcato i più bisognosi nelle liste per i vaccini il presidente della Liguria non si sente chiamato in causa: “Io proprio no: in Liguria abbiamo seguito rigidamente il principio dei vaccini per classi di età, anche prendendoci critiche per non aver allargato ad altre categorie. Ma più in generale, se proprio dobbiamo cercare responsabilità, le Regioni le hanno meno di tutti”.

“Il primo piano vaccinale è del governo Conte, quello di Draghi è del 12 marzo e le linee guida sono sempre state governative. Se erano troppo vaghe e non sono state individuate le priorità che intendeva il premier, forse andavano fatte meglio – osserva -. Non hanno deciso le Regioni di testa loro di vaccinare categorie come gli insegnanti, il personale sanitario anche non in prima linea, quello universitario, i magistrati, le forze dell’ordine e così via. E anche la scienza, pur nella difficoltà oggettiva e innegabile, non ha dato una grande mano cambiando idea in sei settimane sulla somministrazione del vaccino AstraZeneca per gli under 55, poi gli under 65, ora gli over 60”.

“A me sembra che Figliuolo stia rimettendo un po’ di ordine e penso che l’obiettivo che indica sia raggiungibile. Quindi se a maggio saremo riusciti a mettere in sicurezza tutti gli over 70, saremo quasi fuori dall’emergenza. Sì – assicura Toti -, perché caleranno di due terzi gli ingressi in terapia intensiva, si ridurranno al 20% gli attuali morti, non avremo cioè un sistema sanitario che non può più assicurare le cure a tutti perché impegnato solo con l’emergenza Covid. Avremo una malattia che ancora potrà colpire, come altre, ma non paralizzerà più il Paese”.