Ambiente, Cingolani: servono strategie progressive in tempi rapidi

Ministro a evento Unimore per lancio Master Transizione ecologica

MAR 12, 2021 -

Roma, 12 mar. (askanews) – “Dobbiamo pensare a un futuro in cui l’Italia possa essere una nazione guida, con un territorio in salute, persone in salute, una società giusta. La realtà è molto complessa, per arrivare a questo risultato nei prossimi decenni dobbiamo transire e se non transiamo bene rischiamo impatti che ci faranno fare passi indietro importanti”. Lo ha detto il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani intervenendo all’evento di presentazione in streaming del Master MATE – Management della Transizione Ecologica dell’Università di Modena e Reggio Emilia, aperto dal rettore dell’ateneo Prof. Carlo Adolfo Porro.

Il ministro è tornato a ribadire che la transizione ecologica non è un percorso lineare, perché si parte da una situazione locale specifica per raggiungere obiettivi globali. Si tratta di una transizione ‘glocal’ per la quale “dobbiamo mettere in atto strategie sostenibili progressive, ma abbiamo fretta perché un po’ di tempo lo abbiamo perso in precedenza”. Guardando ad esempio al riscaldamento globale, ha detto Cingolani, “se non riusciremo a controllare l’aumento di temperatura sotto il grado e mezzo saranno i nostri figli a pagare i danni a fine secolo. Non si tratta di un futuro remoto, ma di un futuro presente”.

La transizione ecologica, ha evidenziato il ministro, è un tema correlato a molti aspetti: economia, lavoro, ambiente, utilizzo delle risorse, prosperità, salute. “Serve un grande programma di prevenzione, serve una fortissima consapevolezza sociale e quindi un grande coinvolgimento delle nuove generazioni”. E in questo aspetto si inserisce l’importanza del master MATE presentato da Unimore, il primo e al momento l’unico in Italia.

“Io sono un fisico e in questa fase il profilo STEM può essere utile per le analisi quantitative che vanno fatte, però – ha sottolineato Cingolani – questa è solo la base ingegneristica della transizione, poi c’è una base di scienze umane”. Per la transizione servono scienze tecniche e scienze umane. “Il rispetto dell’ambiente è capire che siamo su una palla nell’universo, non ne abbiamo un’altra e quindi abbiamo il dovere di rispettarla e di rispettarci tutti noi come esseri umani che ci viviamo. Bisogna pensare una società globale più giusta e come Paesi più ricchi e avanzati – ha concluso il ministro – abbiamo l’obbligo di creare una cultura a livello globale e fare in modo che gli altri paesi possano farlo insieme a noi”.