Il primo incontro di Draghi con i vertici di Vaticano e Cei

Il ricevimento dei Patti laternanensi dominato dal tema pandemia

MAR 2, 2021 -

Città del Vaticano, 2 mar. (askanews) – Mario Draghi incontra oggi per la prima volta nelle sue vesti di presidente del Consiglio i vertici della Santa Sede e della Conferenza episcopale italiana in occasione del tradizionale ricevimento nell’anniversario dei Patti lateranensi.

A Palazzo Borromeo, sede dell’ambasciata italiana presso la Santa Sede, Draghi accoglierà il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, e le rispettive delegazioni. Il premier dovrebbe essere affiancato da divesi ministri. Pur con tutte le dovute precauzioni dovute alla pandemia, ai colloqui bilaterali, che avranno inizio poco dopo le 16, si uniranno verso le 17.30 il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e i presidenti di Senato e Camera Maria Elisabetta Alberti Casellati e Roberto Fico. Non avrà luogo, invece, il ricevimento allargato che solitamente conclude l’appuntamento.

La pandemia prevedibilmente dominerà anche i discorsi di questa tradizione che si rinnova ogni anno, rinviata quest’anno a causa della crisi politica sfociata con la nomina di Draghi.

Proprio nei giorni che precedettero il suo arrivo a Palazzo Chigi, il 26 gennaio, il presidente della Cei, egli stesso guarito dal Covid, mise in luce, aprendo il consiglio episcopale permanente, una serie di “fratture” che il virus ha inflitto all’Italia. Un elenco di preoccupazioni per i settori più deboli della società, immigrati inclusi, che potrebbero tornare nei colloqui a porte chiuse con il nuovo premier: la frattura sanitaria, la frattura sociale che ha colpito in particolare “i giovani, gli anziani, le persone con disabilità, le persone vulnerabili”, la frattura educativa e la frattura delle nuove povertà, con l’auspicio di un intervento “sul sovraindebitamento di famiglie e imprese”. E l’elenco dei dati Caritas: “Quasi una persona su due che si rivolge alla Caritas lo fa per la prima volta”.

Parole riprese testualmente da Draghi nel suo discorso programmatico al Senato il 17 febbraio. La conferma, se ce ne fosse stato bisogno, che il nuovo presidente del Consiglio, una fede solida ancorché non sbandierata, ha subito puntato ad una sintonia col mondo cattolico.

Allievo dei gesuiti, nominato a luglio scorso dal Papa nella Pontificia accademia delle scienze sociali, nel suo discorso Draghi ha anche citato espressamente il Papa per quanto riguarda l’emergenza ambientale: “Come ha detto Papa Francesco ‘Le tragedie naturali sono la risposta della terra al nostro maltrattamento'”. Solo pochi giori prima, ricevendo gli ambasciatori accreditati presso la Santa Sede era stato Jorge Mario Begoglio a pronunciare un significativo riconoscimento al ruolo dell’Unione europea: “Ritengo significativo l’impegno dell’Unione Europea e dei suoi Stati membri, che pur tra le difficoltà, hanno saputo mostrare che si può lavorare con impegno per raggiungere compromessi soddisfacenti a vantaggio di tutti i cittadini. Lo stanziamento proposto dal piano Next Generation EU rappresenta un significativo esempio di come la collaborazione e la condivisione delle risorse in spirito di solidarietà siano non solo obiettivi auspicabili, ma realmente accessibili”.

All’ambasciata italiana presso la Santa Sede, a viale delle Belle Arti, lo stesso quartiere in cui Draghi risiede, si celebrano oggi il novantaduesimo anniversario dei Patti Lateranensi (1929) e il trentasettesimo anniversario dell’Accordo di modificazione del Concordato tra Santa Sede e Stato Italiano (1984).

Prevedibilmente nell’incontro di questo pomeriggio non mancherà un riferimento anche alla politica estera, in particolare al delicato viaggio che Papa Francesco compirà in Iraq dal 5 all’8 marzo. Sinora, e da diversi anni ormai, i presidenti del Consiglio hanno rinunciato, su premuroso invito del Papa, a non presentarsi all’aeroporto per salutare il vescovo di Roma in partenza per una trasferta all’estero.