Moratti: priorità vaccini ad aree più colpite, muro contro Covid

"Serve un cambio nella strategia vaccinale"

FEB 24, 2021 -

Roma, 24 feb. (askanews) – “Serve un cambio nella strategia vaccinale. Da una parte mantenere e portare a conclusione le vaccinazioni per il personale sanitario, le Rsa, il personale e gli ospiti delle strutture sociosanitarie e gli over 80. Dall’altra concentrare prioritariamente le risorse vaccinali nelle aree critiche in modo da contenere il contagio. Partiremo da domani, giusto il tempo tecnico per attrezzarci. Iniziamo dai comuni al confine tra la provincia di Brescia e di Bergamo che fanno da cerniera tra le due province. La strategia è quella di creare una sorta di muro ideale tra le due province per contenere quanto più possibile il virus”. Lo afferma in una intervista al Corriere della Sera l’assessore al Welfare e vicepresidente di Regione Lombardia, Letizia Moratti.

Per Moratti è necessario “mettere in campo due azioni. La prima è un’azione di mitigazione. Stiamo tenendo sotto controllo sanitario il territorio in modo da poter intervenire in maniera preventiva e circoscrivere le aree critiche in base al numero di persone positive superiori a 250 per ogni 100 mila abitanti e al numero di ricoveri in ospedale e in terapia intensiva. In provincia di Brescia stiamo osservando una forte accelerazione delle infezioni dovuta alle varianti che riguardano il 39 per cento dei contagiati. In particolare la variante inglese. Siamo intervenuti appunto con un’azione di contenimento per mitigare il contagio. Questa politica fino a oggi ci ha consentito di poter lasciare aperte le attività nelle zone non critiche. Ma da sola la mitigazione non basta”.

La priorità per le fasce arancioni nella vaccinazione “non va a scapito di altre categorie perché la rimodulazione del vaccino di AstraZeneca, con la possibilità di somministrazione fino ai 65 anni e l’allungamento da 10 a 12 settimane per la seconda dose ci aiuta. Come potrebbe aiutarci anche l’altra proposta che abbiamo fatto al tavolo tecnico che vede insieme il ministero della Salute, l’Iss, Aifa, Agenas e 4 regioni”, conclude Moratti.