##Governo, rush finale sui sottosegretari, pronto dl ministeri

Lite sulle quote, M5s non accetta ridimensionamento

FEB 23, 2021 -

Roma, 23 feb. (askanews) – La geografia del sottogoverno Draghi non è ancora definita al millimetro ma la partita è al rush finale semplicemente perché la squadra dell’esecutivo va completata per consentire la piena operatività delle commissioni e delle aule parlamentari dove è necessaria la presenza di un rappresentante del governo e quel rappresentante non può essere sempre e solo il Ministro. L’intenzione è quella di nominare i 40 sottosegretari al prossimo Consiglio dei ministri che dovrebbe tenersi giovedì prossimo, ma non c’è ancora accordo sul peso e sulle quote spettanti ai singoli partiti.

A puntare i piedi è il Movimento 5 stelle: lacerato dalle espulsioni dei parlamentari che hanno votato no alla fiducia a Draghi, il Movimento si è visto ridurre i posti di sottogoverno a 11. Le espulsioni ne hanno ridimensionato il peso parlamentare ma i pentastellati restano comunque il primo gruppo sia alla Camera che al Senato. In forza di questo, i vertici vorrebbero arrivare almeno a 12. In base ai posti che riuscirà a strappare alla fine M5s si comporranno anche le altre delegazioni. Pd e Lega confidano di averne 8-9, 6-7 per Forza Italia. Italia Viva incrocia le dita e spera di ottenerne due ma non è detto che alla fine si ritrovi con un solo sottosegretario come Leu. C’è poi l’area centrista, affollatissima: da Cambiamo! di Giovanni Toti, a Noi con l’Italia di Maurizio Lupi, Azione, Più Europa e Centro democratico di Bruno Tabacci.

“Noi siamo a posto, qualcuno non ha fatto i compiti, noi saremmo pronti a partire anche adesso, altri hanno difficoltà”, ha detto il leader della Lega, Matteo Salvini, dopo l’incontro a palazzo Chigi con il presidente del Consiglio, Mario Draghi, a chi gli domandava del ritardo nella nomina dei sottosegretari. E in effetti la lista dei nomi del Carroccio risulta pronta, così come quella di Fi e del Pd. A fare da collettore è il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Roberto Garofoli.

Mercoledì intanto ci sarà un pre-consiglio per il decreto legge sullo spacchettamento dei ministeri. Bisogna creare un ministero nuovo con portafoglio, quello del Turismo, affidato al leghista Massimo Garavaglia, mentre per il ministero della Transizione ecologica di Roberto Cingolani è prevista una modifica all’attuale assetto del ministero dell’Ambiente. La bozza del decreto sui ministeri circolata oggi prevede che al ministero della Transizione ecologica siano “trasferite le funzioni esercitate dal Ministero dello sviluppo economico in materia di politica energetica ferme restando le competenze in materia di liberalizzazione e concorrenza dei mercati e sicurezza degli approvvigionamenti di energia”. In materia di vigilanza sugli enti passerebbe a Cingolani la vigilanza su Enea, Gse e Sogin, mentre resterebbe al ministero di Giancarlo Giorgetti la vigilanza su Gme (che gestisce le piattaforme informatiche di scambio di energia) e su Acquirente Unico (che gestisce i servizi di tutela dei consumatori e le scorte petrolifere di sicurezza da utilizzare in caso di emergenza). Saranno trasferite al nuovo ministero tutte le competenze del Mise su rinnovabili, decarbonizzazione, efficienza energetica, ricerca e nuove tecnologie energetiche clean, mobilità sostenibile, piano idrogeno e strategie di settore, decommissioning nucleare, Transizione sostenibile delle attività di ricerca e produzione di idrocarburi.

Poi c’è il capitolo ministero per la Transizione tecnologica, affidato a Vittorio Colao: resterà un ministero senza portafoglio, riceverà le deleghe dal presidente del Consiglio e avrà una funzione di coordinamento e indirizzo. E’ ancora in fieri perché l’ambizione di Colao è di occuparsi della innovazione tecnologica del paese e non solo della Pubblica amministrazione.