Roma, 13 gen. (askanews) â Il Piano nazionale di ripresa e resilienza nel testo approvato nella notte dal consiglio dei ministri è un documento corposo di 160 pagine, che, secondo le ambizioni dellâesecutivo, avrĂ un impatto di 3 punti percentuali in piĂš sul Pil nel 2026, anno finale del Piano, e dovrĂ rappresentare una âsvoltaâ nella programmazione e attuazione degli investimenti per segnare âuna discontinuitĂ decisiva per lo sviluppo sostenibile, la digitalizzazione e lâinnovazione, la riduzione dei divari e delle diseguaglianzeâ.
Il Pnrr punta a muovere risorse per 209,9 miliardi di euro tra progetti in essere che âriceveranno una significativa accelerazioneâ (65,7 miliardi) e nuovi progetti (144,2 miliardi che includono anche Fondi per lo sviluppo e la coesione giĂ previsti e da finalizzare). Aggiungendo le risorse ReactEu si arriva poi a complessivi 222,9 miliardi di euro e includendo infine i fondi strutturali europei e la programmazione di bilancio 2021-26 (come le risorse stanziate per la fiscalitĂ di vantaggio al Sud di giovani e donne e per gli interventi del Family act) si ha lâambizione di impiegare complessivamente 310,66 miliardi di euro.
Il Piano poggia su tre assi strategici: digitalizzazione e innovazione (sfida considerata decisiva âper migliorare radicalmente la competitivitĂ dellâeconomia, la qualitĂ del lavoro, e la vita delle personeâ), transizione ecologica in linea con il Green Deal europeo e lâinclusione sociale con lâobiettivo di ridurre i tanti gap di cui soffre lâItalia con âtre prioritĂ trasversaliâ: Donne, Giovani, Sud.
Rispetto alle bozze iniziali lâesecutivo ha scelto di âmassimizzare le risorse destinate agli investimenti pubblici, la cui quota ora supera il 70%â, con conseguente riduzione della quota di incentivi âal 21%â. Gli investimenti sono stati incrementati di âcirca 20 miliardiâ in seguito alla scelta di integrare gli interventi del Pnrr con le politiche di coesione europee e nazionali in corso di programmazione per i prossimi anni. Per il governo si tratta di una âstraordinaria e irripetibile occasione di rilancio degli investimentiâ.
Le risorse del dispositivo Next Generation Eu, sono suddivise tra le sei missioni in cui si articola il Pnrr (che a loro volta raggruppano 16 Componenti funzionali e 48 Linee di intervento): alla âDigitalizzazione, innovazione, competitivitĂ e culturaâ, sono destinati 46,18 miliardi; alla âRivoluzione verde e transizione ecologicaâ va la fetta piĂš grande con 68,90 miliardi; a âInfrastrutture per una mobilitĂ sostenibileâ andranno 31,98 miliardi (di cui allâAlta velocitĂ ferroviaria, in particolare al Sud, e alla âmanutenzione stradale 4.0â sono destinati 28,30); a âIstruzione e ricercaâ 28,49 miliardi; a âInclusione e coesioneâ 27,62 miliardi e alla missione âSaluteâ, si è passati dai 9 miliardi delle prime bozze del Pnrr ad oltre il doppio di quanto inizialmente ipotizzato: 19,72 miliardi.
Il Pnrr approvato dal consiglio dei ministri, costituisce ora âla base di discussione per il confronto con il Parlamento, le Istituzioni regionali e locali, le forze economiche e sociali, il Terzo Settore e le reti di cittadinanza, ai fini dellâadozione definitiva del Pianoâ su cui âinterazioni informali con la Commissione sono giĂ in corsoâ e che, puntualizza il governo, deve essere presentato âformalmente entro il 30 aprile 2021â.
Rinviato il ânodoâ sulla struttura che dovrĂ gestire il Pnrr, sulla base delle linee guida europee per lâattuazione del Piano: il governo si riserva di presentare in una fase successiva âal Parlamento un modello di governance che identifichi la responsabilitĂ della realizzazione del Piano, garantisca il coordinamento con i ministri competenti a livello nazionale e gli altri livelli di governo, monitori i progressi di avanzamento della spesaâ.
Cos MAZ