Via i decreti Salvini ma non diamo ultimatum (Andrea Orlando)

Se non si attiva il Mes consegnamo un pezzo di sanità ai privati

SET 23, 2020 -

Roma, 23 set. (askanews) – “Il lavoro fatto sulle modifiche dei decreti Salvini deve essere licenziato rapidamente. Poi discuteremo del resto. Ma una cosa alla volta. Non abbiamo mai dato ultimatum e non li daremo adesso”. Lo afferma il vicesegretario del Pd Andrea Orlando in una intervista alla Stampa.

Inoltre per Orlando bisogna attivare il Mes: “Più di quel che è successo – prosegue – cos’altro deve succedere? A questo punto bisogna chiedere al ministro Speranza di fare un bilancio di ciò che va e non va nella sanità italiana. E valutare se ci possiamo permettere di rinunciare a diversi miliardi di investimenti. Che significherebbe, va detto con molta chiarezza, non solo un’occasione perduta, ma consegnare un pezzo della sanità ai privati”.

Sulle elezioni regionali, Orlando osserva: “Nessun trionfalismo ma il Pd è primo in tutte le regioni escluso il Veneto. A proposito di Marche invito a rileggere i risultati del 2018 e anche quello delle Europee. Abbiamo ottenuto una vittoria politica a tutto tondo ancora prima che elettorale ma questo non cancella le difficoltà e la forza della destra soprattutto al Nord”.

Sull’alleanza M5s-Pd il vicesegretario dem non nega i problemi: “Che ci sia una difficoltà a gestire una coalizione così inedita è fuori discussione. Ma che ci sia un elettorato che rimprovera subalternità, francamente ne ho sentito parlare solo come riflesso di una campagna mediatica. Nei risultati questa subalternità mi pare difficile rintracciarla. In questa alleanza non si è consolidata la posizione del Movimento 5stelle e indebolita quella del Pd e questo risultato ci consente di essere più determinati, visto che la tenuta del governo non è in discussione”.

La strada indicata da Luigi Di Maio di rendere stabile l’alleanza per Orlando è “una strada necessaria se si vuole allargare il centrosinistra, complicata ma necessaria, tanto più alle prossime amministrative, quando serviranno coalizioni ampie. Il Pd non deve avere paura di questa sfida e non penso che l’esito sia la ‘grillizzazione’. Il Pd ha interesse a ricostruire una dinamica diversa da quella di 2 anni fa, quando il bipolarismo rischiava di essere tra populismi. Il voto ci dice che dove si è fatta questa alleanza, il centrosinistra tiene o si rafforza se prendiamo come riferimento le Europee quando il centrodestra aveva raggiunto percentuali altissime. La somma non sempre ha prodotto un quid pluris ma non ha mai tolto forza al centrosinistra”.

Luc/Int11