Di Maio dice di rispettare il patto con Zingaretti sulla legge elettorale

"Siamo pronti a votare entro la fine dell'estate"

AGO 27, 2020 -

Roma, 27 ago. (askanews) – “Sulla legge elettorale noi siamo d’accordo. Il governo l’ho formato io insieme a Zingaretti e c’era un patto, far viaggiare le due cose parallelamente. Per noi quel patto va rispettato. Siamo pronti a votare una nuova legge elettorale già prima della fine dell’estate. Questa è la nostra posizione, ribadita ieri anche da Vito Crimi. È limpida, cristallina, quindi se c’è qualcuno che frena non siamo certo noi. Insomma, qualsiasi intoppo se c’è, come dice il Pd, va cercato altrove, non nel M5S”. Lo dice Luigi Di Maio in un’intervista al Corriere della sera.

Il ministro degli Esteri difende il taglio del numero dei parlamentari: “Il punto è che questa riforma renderà il sistema più snello ed efficiente, ridurrà gli squilibri e le sperequazioni attuali. Le sembra normale che la Basilicata oggi abbia più senatori che deputati? Oppure che abbia 7 senatori con circa 580 mila abitanti mentre la Sardegna con più di 1 milone e 640 mila abitanti, quindi tre volte tanto, ne ha solo 8?”.

“Io non vedo questa campagna antipolitica e ad ogni modo le motivazioni del Sì sono talmente tante e concrete da non dover scadere in un approccio antipolitico, che troverei ingiusto”, insiste e aggiunge “non mi si dica che viene tagliata la rappresentatività quando vediamo a ogni elezione parlamentari nominati dai partiti ed eletti in altri collegi elettorali. Io credo che un po’ di sano realismo possa far bene all’Italia”.

E se alla fine il Pd decidesse per la libertà di coscienza? Sarebbe legittimo? “In democrazia fortunatamente c’è libertà di pensiero ed espressione e dunque tutto è legittimo, fin quando non umiltà della politica stessa»” “Io sono per una normalizzazione degli stipendi dei parlamentari e dei consiglieri regionali. Bisogna aprire una riflessione in questo senso – risponde a proposito di una riduzione degli stipendi dei parlamentari -. Sono stipendi che in questa fase non sono più accettabili e poi non si capisce perché qualsiasi lavoratore normale abbia degli obblighi di presenza, sia nel pubblico che nel privato, mentre un parlamentare può tranquillamente andarsene in ferie per 3 mesi senza risponderne a nessuno. Normalizzare è la parola chiave. Normalità”.

Di Maio parla anche delle conseguenze del voto delle regionali sulla tenuta del governo: “Avrà un peso come ogni voto, ma tenderei a separare la tenuta dell’esecutivo da esiti di elezioni territoriali. Credo che la politica in questo momento debba concentrarsi sulle risposte da dare ai cittadini, soprattutto ai giovani”.

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