Di Maio: Commercio estero assegnato a MAECI, ora più efficaci

Ok a decreto in Cdm: "Portare Made in Italy a Est e in Africa

SET 19, 2019 -

Roma, 19 set. (askanews) – “Sono convinto che avendo messo sotto lo stesso ministero”, quello degli Esteri, “tutte le politiche sul commercio estero potremo essere più efficaci ed efficienti”. Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio saluta così, in una diretta Facebook, l’approvazione da parte del Cdm del decreto legge che – tra le altre misure – riorganizza le competenze in materia di promozione del commercio estero, sottraendole al Ministero per lo Sviluppo Economico ed accorpandole tutte sotto la Farnesina.

“Da ministro degli Esteri ora e prima da ministro dello Sviluppo Economic, ogni volta che mi trovo all’estero la nostra rete consolare e delle ambasciate mi parla di una reputazione eccellente delle nostre imprese, soprattutto quelle del Made in Italy: più vado in giro, più incontro ministri e Capi di Stato, più mi ritrovo a parlare dell’ecellenza dei nostri imprenditori, del made in italy. I nostri ambasciatori ogni giorno con la propria rete delle ambasciate e dei consolati promuovono nel mondo tutto quelle eccellenze enogastromoniche, della meccanica, della farmaceutica. Prima le competenze erano sotto il Mise e sotto il Mae: sono convinto che avendo messo sotto lo stesso ministero anche le politiche commerciali potremo essere più efficaci ed efficienti”, ha rivendicato Di Maio, che ha voluto fortemente questa riorganizzazione. Il titolare della Farnesina ha sottolineato come “l’export italiano è aumentato anche in questi mesi in cui in Europa la situazione non è delle migliori, con l’economia della Germania che non sta andando bene”. Dunque “è importante per fronteggiare le difficoltà in Europa guardare fuori dall’Europa: Est del mondo, Medio Oriente, ma anche Paesi africani con economie fiorenti o che si stanno sviluppando”.

È importante, ha insistito Di Maio, “perchè c’è la Cina, c’è l’India, tanti Paesi dell’Est del mondo, e lì è molto importante il rapporto tra governi per aiutare le imprese a portare nei loro mercati prodotti fatti in Italia. Sono mercati enormi, c’è un ceto medio che cresce e vuole cose fatte in Italia”. E a quelli che “storcono il naso” quando sentono paralre di internazionalizzazione, Di Maio dice: “Non parliamo di delocalizzazione, noi vogliamo stabilimenti in Italia, che assumano italiani, e che portino i prodotti in tutto il mondo. Avendo portato tutte le politiche al Ministero degli Esteri potremo fare un lavoro ancora più forte”.

E una direzione deve essere quella di far crescere l’export del Mezzogiorno: “Solo il 10% dell’export proviene dal Sud. È una cosa che grida vendetta. Gli imprenditori del Sud hanno bisogno di più sostegno: non possiamo contare solo sulle aziende del Centro-Nord che fanno miracoli. Dobbiamo incentivare le aziende del Sud, per guardare anche al Mediterraneo allargato. Ci sono grandi sfide da affrontare, e da ora in poi c’è un solo ministero con tutte le competenze”.