Perché Fico torna ad alzare la voce

Intervista a Repubblica

GIU 26, 2019 -

Roma, 26 giu. (askanews) – “Oggi abbiamo una responsabilità di governo che dobbiamo sentire, così come io ne ho una istituzionale. Ma bisogna trovare un luogo idoneo appropriato per dire tutto quello che non va e questa cosa non è più procrastinabile perché ne va della vita del progetto del Movimento”. A pochi giorni dalle critiche nel libro di Alessabdro Battista è la voce del presidente grillino della Camera Roberto Fico a tornare a farsi sentire per strigliare, in una intervista a Repubblica, la gestione governista dei pentastelalti targata Luigi Di Maio.

“Non lo so – sorvola Fico nell’intervista al quotidiano- su idee e progetti di Di Battista- perché non ho parlato con lui. Ma chiedo a tutti di volare alto: serve visione politica, bisogna trovarla tutti insieme. Quello che serve è uno spazio dove tutti possiamo parlare del perché non ha funzionato, di cosa si sta sbagliando, di come elaborare la linea politica collegiale, ridefinire i valori, prendere decisioni di volta in volta. Questa è la proposta che ho fatto: spazi che permettano di ragionare insieme e capire la strada percorsa o da percorrere”. La richiesta è duplice: un organismo decisionale e un incontro nazionale. “Penso – spiega- a entrambe le cose. A partire dall’incontro: un momento di scambio intenso, trasparente, franco”.

“Non c’è mai stato – incalza Fico- solo il blog, ma anche un innovativo percorso territoriale, partecipativo, di visione che è da recuperare perché oggi è diventato molto più scarno”. Mentre ora “c’è bisogno di parlarci tutti dal vivo”. E “sae ci vogliamo parlare non c’è statuto che tenga. Parlare è il modo per superare eventuali contrasti. Non hanno mai avuto senso le definizioni di dissidenti o traditori. Non è questione di due mandati o meno, di un asse tra Di Battista e Casaleggio o tra Fico e Di Maio”.

In questo senso, il presidente della Camera non esita a manifestare il suo dispiacere per le dimissioni dal MoVimento della senatrice Paola Nugnes. “Assolutamente sì. Paola è con noi da dodici anni, è una persona onesta, una combattente. Quel che serve oggi – ammonisce- non è attaccare chi va via, ma chiedersi perché una persona che ama il Movimento come lei decida che non le sta più bene. La risposta che mi do e che pretendo è proprio quel che dicevo: uno spazio di condivisione dove si possano confrontare tutte le anime di un Movimento multiforme come il nostro”.

Tor/Int5