Decretone taglia traguardo Camera, ora ultimo miglio

Prossima settimana ok definitivo Senato. Restyling del Parlamento

MAR 21, 2019 -

Roma, 21 mar. (askanews) – Dopo poco più di due mesi dal varo in Consiglio dei ministri vede la luce il provvedimento, chiamato in gergo ‘decretone’, con le misure bandiera del governo giallo-verde: reddito di cittadinanza e quota 100. Dopo aver incassato ieri la fiducia dell’Aula della Camera, oggi è arrivato con 291 sì il via libera di Montecitorio sul restyling parlamentare delle commissioni Lavoro e Affari sociali. Le due riforme, attese da milioni di italiani, già operative dal varo del decreto il 17 gennaio scorso, dalla prossima settimana diventeranno legge dello Stato.

Il testo così come licenziato dalla Camera si può considerare definitivo anche se manca la terza e ultima lettura di palazzo Madama. Salvo sorprese dell’ultima ora, infatti, il Senato dovrebbe confermare, entro il 29 marzo, tutte le novità dell’ultimo passaggio parlamentare. Tra queste, il beneficio extra fino a 50 euro per il reddito alle famiglie numerose e con disabili, il superamento del limite dei 45 anni per il riscatto agevolato della laurea, l’introduzione della figura del vicepresidente Inps e la possibilità di ritirare la pensione di cittadinanza anche cash.

E ancora più controlli sui furbetti del reddito con nuove assunzioni nei Carabinieri e nella Gdf e stop al beneficio per coloro che hanno guai con la giustizia (con la norma battezzata ‘anti clan Spada’). Paletti più stringenti anche contro i finti genitori single. Il decretone recepisce anche l’intesa con le Regioni sui navigator, che sono stati ridotti da 6mila a 3mila.

I senatori, invece, hanno introdotto tra le altre misure, norme per la tutela della privacy, anti ‘furbetti del divorzio’, una stretta sugli extracomunitari, il prolungamento della pace contributiva e l’innalzamento a 45mila euro della soglia per l’anticipo del Tfs degli statali.

Molte anche le promesse mancate. In particolare le tutele per i rider, annunciate e mai approvate, e il taglio alle pensioni dei sindacalisti su cui la maggioranza ha fatto dietrofront al Senato.

Gab MAZ