Boschi: arresto dei genitori Renzi, stupisce la tempistica

Ma "non giochiamo a ruolo di vittime di macchinazione diabolica"

FEB 21, 2019 -

Roma, 21 feb. (askanews) – “Noi non giochiamo al ruolo di vittime di una macchinazione diabolica. Sono altri che lo fanno. E’ Salvini che da mesi spettacolarizza il ruolo della magistratura, che alimenta il suo consenso agitando un conflitto gladiatorio. E’ lui che si collega in diretta Facebook per aprire davanti a tutti il plico che contiene il suo avviso di garanzia. Qui ci stiamo solo permettendo d’essere stupiti da un provvedimento restrittivo così serio e con quella tempistica”. Lo afferma Maria Elena Boschi in un’intervista al Foglio.

“Basta leggere le carte per capire che la misura cautelare nei confronti dei genitori di Renzi è a dir poco ardita”, afferma la fedelissima di Renzi in un’intervista a Salvatore merlo. “Per l’accusa sarà difficile sostenere questa tesi fino in Cassazione. Ma intanto è partito il massacro sui social e sui media”, dice Maria Elena Boschi. “So cos’è la gogna mediatica, l’ho vissuta con mio padre. L’ha vissuta dolorosamente tutta la mia famiglia. E quindi capisco cosa sta succedendo alla famiglia di Renzi. C’è una questione irrisolta nel nostro paese e riguarda l’uso politico dei fatti giudiziari. Ho sempre avuto fiducia nella giustizia nel suo insieme e continuo ad averla. A volte però possono sbagliare anche i magistrati, per questo il nostro sistema prevede più gradi di giudizio. L’altro problema è che sui fatti giudiziari s’imbastiscono processi in pubblica piazza”. Afferma l’ex ministro del Governo Renzi ed ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio dell’esecutivo Gentiloni: “Ho personalmente subito la macchina del fango scatenata sui social da M5s e Lega. Ho assistito per mesi a un dibattito pubblico violentissimo, su questioni che non riguardavano nemmeno me personalmente. E ora che i fatti si stanno chiarendo, ogni volta che c’è una notizia che va in questa direzione, a ogni archiviazione, non ne parla nessuno. Ecco. Per questo dico che c’è un problema di cultura prima di tutto. Di princìpi. Di rispetto delle persone. Per non citare la Costituzione, che se ci piace ci deve piacere tutta. I tempi della giustizia vanno aspettati e rispettati. E infatti sono sempre prudente. Mentre in Italia ci si abbandona facilmente alla barbarie, alla violenza verbale. O al silenzio complice e pauroso. All’opportunismo”.

Alcuni parlamentari vicini a Renzi hanno evocato quasi un complotto. “Noi non abbiamo parlato di complotto. Noi attendiamo i magistrati. Può essere che qualcuno abbia usato toni più forti ma nessun complotto. Essere garantisti significa però credere anche in una giustizia giusta, e non voglio qui citare De Gregori… ‘cercavi giustizia / ma trovasti la legge’. Ricordo di cosa parliamo: due settantenni incensurati messi agli arresti. Un provvedimento così forte che arriva dopo mesi dalla richiesta, in un orario insolito, in coincidenza con il voto su Salvini e per una vicenda di anni fa”. Quindi? “La costruzione dell’accusa solleva molti dubbi giuridicamente e lo dico da avvocato, più che da politica”. Dire che ci si fida della magistratura, ma poi mettere anche in risalto le coincidenze sospette dell’azione giudiziaria non è una contraddizione? “Solo apparentemente. Ma sono cose diverse”. Per Boschi, “ci si può fidare della magistratura nel suo insieme, e contemporaneamente si possono avanzare dubbi su singoli provvedimenti”.

Il padre della Boschi, i genitori di Renzi, il papà di Luigi Di Maio con i lavoratori in nero e le cartelle esattoriali, il padre di Alessandro Di Battista. C’è una maledizione dei padri nella politica italiana? “Sono stata massacrata per una faccenda per la quale mio padre è stato archiviato a ogni vaglio di garanzia da parte di un giudice. Poi ci sono stati casi che hanno riguardato direttamente Di Battista e Di Maio, in quanto soci dei loro padri e comproprietari delle aziende fondate dai loro genitori o amministratori delle stesse. Per Di Maio e Di Battista si è detto che le colpe dei padri non ricadono sui figli. E per me, che non ero nemmeno coinvolta direttamente, questo principio secondo qualcuno non aveva valore. Il punto su cui dovremmo trovarci tutti è che la giustizia non può diventare strumento di lotta. E la verità dei fatti, almeno un po’, andrebbe rispettata”, risponde Boschi al quotidiano diretto da Claudio Cerasa.

Al congresso del Pd, “voto Roberto Giachetti”, dice Boschi. “L’unico in questa fase che difende il lavoro e il progetto politico che abbiamo portato avanti in questi anni. Non che non mi fidi di Zingaretti, che dice che non farà patti con il Movimento cinque stelle…”. Però? “Penso che ci siano fasi in cui tocca ad altri. E questa è una di quelle fasi”. Quanto al futuro, “Renzi si è messo nell’ottica di aspettare. Non viviamo questa fase con risentimento, ma la viviamo come un momento di preparazione. Purtroppo toccherà a noi sistemare quello che loro stanno sfasciando. E tanto più dura questo governo, quanto più complicato sarà il lavoro che dovremo fare”, sostiene Boschi.

Ska