Bannon: “Salvini e Di Maio? Un esempio nel mondo”

L'ideologo americano intervista dal Corriere della Sera

DIC 30, 2018 -

Roma, 30 dic. (askanews) – Matteo Salvini e Luigi Di Maio esempio per i populisti di tutto il mondo. Parola di Steve Bannon, l’ideologo americano già già consigliere di Trump, che dice di ispirarsi al finanziere George Soros benché non condivida nessuna delle sue idee. Intervistato dal Corriere della Sera Bannon dice che quando gira per il mondo suggerisce a tutti di prendere come modello i leader di Lega e Movimento 5 Stelle, attualmente al governo insieme in Italia, poiché – spiega – “non si vedono spesso politici moderni pronti a mettere da parte le differenze per lavorare insieme come hanno fatto loro sul bilancio”.

Al Corriere Bannon illustra il suo progetto: una scuola politica per formare gli agenti del populismo, “gli agenti di cambiamento”: “La sinistra lo fa molto bene – dice -, Soros e gli altri formano persone orientate all’azione. Uso Soros come modello anche per The Movement. Sono al 100% contrario alla sua ideologia ma ammiro sempre chi ottiene risultati. Una delle cose in cui dobbiamo applicarci per contrastarli è: fare, non solo parlare”.

“Il 2019 sarà un anno straordinario per i populisti” prosegue Bannon. A maggio le elezioni a Bruxelles “determineranno la direzione del progetto europeo”. E sarà “l’anno più cattivo nella politica americana dal 1858: sarà una guerra di trincea qui a Washington”.

La sua scuola politica, che aprirà in primavera a Roma, si rivolge a “studenti maturi, gente che vuole carriera, passare dal no-profit ai media, alla politica, all’insegnamento. Ho due modelli: la scuola post-laurea di Marion Maréchal e quella di Armando Siri”. Quanto alle proteste di ieri davanti al monastero di Trisulti, in Ciociaria, dove dal prossimo autunno la sua scuola avrà sede, Bannon commenta: “Fantastico! Questo è coinvolgimento! Come alle elezioni di mietermi: siamo stati battuti di brutto, Trump ha perso la Camera perché i democratici sono stati bravissimi a bussare porta a porta. Credo nella democrazia, odio essere sconfitto ma preferisco perdere quando la gente è coinvolta in un dibattito acceso. Una protesta? Fantastico. Anche se non penso che capiscano che porteremo lavoro, gente negli hotel e nei ristoranti, rendendo omaggio alle origini del monastero”.

Plg