Passa la fiducia con qualche voto in meno ma la maggioranza tiene

Una dissidente M5s in più. Anche un ex pentastellato fa mancare il suo sì

NOV 7, 2018 -

Roma, 7 nov. (askanews) – Sono otto i voti che sono mancati alla maggioranza nell’appello nominale per la fiducia al Senato sul decreto sicurezza, rispetto all’unico precedente in questa legislatura: il voto del 5 giugno per l’insediamento del governo Conte. In quell’occasione furono 171 i sì, ovvero dieci in più della maggioranza teoricamente necessaria, così composti: 109 del M5S, 58 della Lega, due eletti all’estero (il Maie ha un sottosegretario, Ricardo Merlo) e due eletti col M5s ma espulsi a causa dello scandalo dei rendiconti truccati, Maurizio Buccarella e Carlo Martelli, iscritti al gruppo Misto. Stavolta, su un provvedimento cruciale per la Lega di Matteo Salvini, i voti a favore sono stati 163, una maggioranza non enorme ma per ora ancora solida, peraltro resa più larga numericamente dalle numerose assenze odierne in aula: alla fine su 288 senatori presenti, votanti 241, 59 contrari e 19 astenuti.

Oggi si sono assentati al momento del voto, come avevano annunciato da giorni, i quattro senatori in dissenso con i contenuti del decreto: Gregorio De Falco, Elena Fattori, Matteo Mantero e Paola Nugnes. Ha fatto la stessa cosa, senza troppo clamore, la loro collega di gruppo Virginia la Mura, che però ha dato un segnale politico piuttosto chiaro pubblicando su Facebook una presa di posizione contro i condoni edilizi e a favore della demolizione delle costruzioni abusive. Tra gli assenti, una senatrice del M5S che ha problemi di salute, e il senatore Mario Giarrusso, che risulta in congedo in base ai tabulati di palazzo Madama. L’ottavo voto venuto meno è quello di Martelli: l’ex M5S, a differenza del suo collega Buccarella che ha confermato la fiducia, si è astenuto. Da registrare anche in giornata l’annunciata astensione del gruppo di Fratelli d’Italia.

Sui cinque senatori ribelli, il capogruppo M5S Stefano Patuanelli ha annunciato, poco dopo l’esito del voto, di aver segnalato il caso ai probiviri del movimento “che hanno avviato un’istruttoria”.

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