Senato, a dicembre ius soli e Dat. Più chance per cittadinanza

Relatrice De Biasi si dimette. Fiducia su cittadinanza con rebus numeri

OTT 26, 2017 -

Roma, 26 ott. (askanews) – Archiviata la legge elettorale con l’approvazione definitiva del Rosatellum, al Senato è tempo di legge di bilancio: l’esame del decreto fiscale e della manovra porterà via quasi tutto il mese di novembre e, prima dello scioglimento delle Camere che tutti si aspettano per la fine dell’anno, il Parlamento avrà un mese, quello di dicembre, per approvare gli ultimi provvedimenti della legislatura. Cittadinanza e biotestamento sono le leggi che il Pd promette di portare in aula a Palazzo Madama. Ma mentre il primo ha buone probabilità di vedere la luce, grazie all’impegno preso in più occasioni dal presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, il secondo rischia parecchio.

Il tema della cittadinanza è stato posto oggi anche durante le dichiarazioni di voto finale sulla legge elettorale, il Rosatellum: “Accoglierei con molto favore la decisione del governo di mettere la fiducia sullo ius soli per approvarlo prima della fine della legislatura”, ha detto il capogruppo del Pd al Senato, Luigi Zanda. E Denis Verdini, leader di Ala, ha assicurato: “Sarei pronto a votare lo ius soli anche domani”. E pure Mdp, ormai ufficialmente fuori dalla maggioranza, garantisce il suo appoggio: “Sono pronto a votare la fiducia sullo ius soli, anche con Verdini”, dice Pierluigi Bersani. Pallottoliere alla mano però, l’approvazione della fiducia a Palazzo Madama, dove ormai il governo non ha più la maggioranza assoluta, non è scontata.

Non bastano infatti i voti di Verdini e Mdp a sopperire il no di Alternativa popolare: “Abbiamo già detto più volte e ripetiamo anche oggi – ricorda Maurizio Lupi, capogruppo alla Camera del partito di Alfano – che l’ipotesi fiducia per noi, che siamo parte organica di questa maggioranza, non si pone. Non la voteranno i ministri di Ap che siedono in Cdm né i senatori del nostro gruppo”. Senza i voti di Ap, la quota pro ius soli si ferma a 147 calcolando i 99 senatori del Pd, i 14 di Ala, i 16 di Mdp e i 18 delle Autonomie. A questi si potrebbero aggiungere una decina di voti dal Misto. Come accaduto in occasione della fiducia sul Rosatellum, però, la fiducia potrebbe comunque passare a certe condizioni: l’opposizione di Ap, ad esempio, ragionano nel Pd, non necessariamente vuol dire voto contrario. Gli alfaniani potrebbero semplicemente non partecipare senza aumentare le file dei no. Lo stesso ragionamento vale per Forza Italia che ufficialmente considera “un suicidio politico”, per usare le parole di Maurizio Gasparri, la fiducia sullo ius soli. Insomma i margini ci sono. Anche se la Lega promette barricate: “Questa maggioranza – osserva Roberto Calderoli – non ha più voti per approvare nessun provvedimento è non può arrogarsi il diritto di fare approvare con la fiducia una legge che gli italiani non vogliono. Per cui fermiamoci. E comunque se vogliono mettere la fiducia sappiano che per farlo passare dovranno passare sul mio cadavere…”.

Più in salita sembra essere invece il destino del biotestamento, nonostante, a differenza dello ius soli, il provvedimento goda dell’appoggio di M5s. Dopo 5 mesi di stallo e migliaia di emendamenti presentati, oggi la presidente della commissione Igiene e Sanità, Emilia De Biasi, constatata l’impossibilità di concludere l’esame della legge, si è dimessa da relatrice per consentire che il ddl possa essere calendarizzato in aula al più presto. Lo chiedono con forza Mdp, Sinistra Italiana, M5s, l’associazione Coscioni. Verdini si dice pronto a votarlo. Toccherà alla conferenza dei capigruppo che metterà a punto il calendario dell’ultimo scorcio di legislatura dopo la sessione di bilancio stabilire una data. E una data sarà fissata, assicurano fonti parlamentari del Pd, ma, ragionano le stesse fonti, è davvero difficile, salvo sorprese, che si riesca ad arrivare al via libera.

“Il Paese aspetta questa legge di civiltà da troppo tempo. Il gesto della De Biasi giunge tardivo, lo abbiamo sollecitato a lungo e lo avremmo voluto vedere mesi fa, ora ci auguriamo che il Parlamento non perda altra tempo”, affermano i pentastellati il cui cavallo di battaglia però contonua a essere l’abolizione dei vitalizi. La legge Richetti, già approvata alla Camera, è in commissione Affari Costituzionali. Sono 224 gli emendamenti presentati, 49 dal Pd. Oggi l’assemblea di Palazzo Madama ha bocciato la proposta M5di portarla in aula prima della legge di bilancio: “Tutti da Pd a Forza Italia, Verdini e Alfano si oppongono. Indecente! Sono davvero squallidi il partito unico dei vitalizi. Ma verranno severamente puniti alle prossime elezioni, tuona il capogruppo al Senato Giovanni Endrizzi.