Referendum, Renzi:cambiare? Rimettere in discussione regole d’oggi

Premier da Ercolano (Na): "Non si riparte con 950 parlamentari"

NOV 20, 2016 -

Roma, 20 nov. (askanews) – “Se vogliamo cambiare bisogna avere il coraggio di rimettere in discussione le regole di oggi. Il referendum è su questo: non risolve tutti i problemi. E’ il Pin, il codice di accesso per iniziare a cambiare tutte le cose: per le politiche attive del lavoro, per semplificare il sistema e anche per avere più soldi a disposizione, perchè produce un risparmio significativo”. Lo ha detto il presidente del Consiglio Matteo Renzi concludendo il suo intervento tenuto presso il museo archeologico virtuale di Ercolano, alle porte di Napoli.

“Noi – ha detto il premier – dobbiamo scegliere: questo Paese due anni e mezzo fa era totalmente fermo. Vi ricordate com’era la situazione? Ci siamo rimessi in moto? Io vi dico soltanto in parte. Da due anni e mezzo fa ad oggi abbiamo risolto 156 crisi occupazionali: una ogni 6 giorni. Il punto vero è che quelle 156 crisi è come se tu vai a fermare un’emorragia. Noi abbiamo bisogno di immaginare di ripartire. E non si riparte con uno stato organizzato con 950 parlamentari, con la casta politica che sta bene e i cittadini che stanno male. Però – ha sottolineato Renzi – la partita non è più in mano al sottoscritto. Se c’è una cosa bella è che tra 14 giorni la parola, anzi la matita ce l’avete voi”.

Nel suo discorso il presidente del Consiglio è tornato a ricordare come la riforma costituzionale non sia calata dall’alto ma abbia avuto un lungo e approfondito esame parlamentare. “2 anni e 4 giorni di discussione, 122 modifiche fatte nel Parlamento nelle 6 letture. 85 milioni di emendamenti, 5200 votazioni. La democrazia – ha detto il presidente del Consiglio – è una cosa seria. E il procedimento di cui all’articolo 138 della Costituzione è stato veramente rispettato. Allora, sì è vero. Si può decidere, lo fanno in tanti, e dire ‘io voto no perchè volevo che riducessero anche i deputati’. Bravo! – chiosa Renzi – così ti tieni tutti i senatori. Il referendum non è un si o un benaltro. E’ Sì o No’ e se volete votare No va bene, basta poi che ci sia la tranquillità di sapere che la casta te la sei scelta e te le tieni”.