Referendum, scoppia caso nel Pd. Nati dem per No. Mai autorizzati

E Moscovici ribadisce: rispetto voto, ma in Italia servono riforme

OTT 8, 2016 -

Roma, 8 ott. (askanews) – Scoppia un nuovo caso nel Pd in vista del referendum costituzionale del 4 dicembre. Ad accendere la miccia, alla vigilia della direzione convocata da Renzi per lunedì, l’annuncio della nascita dei Democratici per il No, decisione presa “in una riunione che si è tenuta presso il circolo del Pd Testaccio a Roma, alla quale ha partecipato un nutrito gruppo di iscritti, militanti ed elettori del Pd e del centrosinistra, provenienti da diversi municipi della capitale e da comuni della provincia e della regione Lazio”. Ma l’iniziativa è stata contestata subito dalla commissaria del partito nel I municipio capitolino: mai autorizzata, ha fatto sapere.

Tra i promotori del comitato, Stefano Di Traglia, ex responsabile comunicazione del Pd e portavoce di Bersani. “Sono sempre di più gli elettori del Pd e del centrosinistra – ha scritto in una nota con il consigliere regionale del Pd del Lazio – Riccardo Agostiniche stanno manifestando l’intenzione di votare No al referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre. Pensiamo sia giusto rappresentare e sostenere le loro argomentazioni, con l’obiettivo di promuovere, nelle settimane che ci separano dal voto, occasioni di confronto coinvolgendo singoli cittadini, associazioni, organizzazioni che hanno già mostrato o che mostreranno l’intenzione di sostenere la campagna a favore del No”.

Immediata la reazione dai vertici dei Democratici romani. Nel Pd “non è permesso nè autorizzato costituire” comitati per il no al referendum, la linea del partito “è per il sì”, ha fatto sapere la deputata Elisa Simoni, sub commissario Pd del I municipio di Roma. “Non sono a conoscenza – ha detto – di nessun comitato del Partito Democratico per il no al referendum costituzionale, che si sarebbe costituito al termine di una riunione del circolo di Testaccio. È stata mia cura un mese fa, come sub commissario, sollecitare tutti i circoli del I municipio a favorire dibattiti sul referendum, e alcuni sono già stati svolti. Ma non era e non è permesso né autorizzato costituire comitati in seno al partito, in quanto la linea del PD, decisa a maggioranza, è per il sì”.

“Molti compagni che hanno la mia stessa storia, che sono più grandi di me e che oggi sostengono il no al referendum mi hanno sempre insegnato – ha concluso Simoni – che quando il partito decide la linea, anche a maggioranza, ci si adegua: quella è la linea di tutto il partito”.

Sul voto del 4 dicembre è tornato, da Washington, il commissario Ue agli Affari Economici e Monetari Pierre Moscovic.

“C’è un’ampia gamma di scelte per chi vota in Italia – ha precisato – e non intendo mostrare alcuna simpatia. Noi osserviamo la situazione attentamente. E’ il popolo italiano che deve fare le sue scelte, ma come ho già detto c’è bisogno di riforme forti in Italia e tali riforme sono anche collegate alla struttura dell’economia, del sistema giudiziario e anche alla struttura istituzionale perchè quando le istituzioni funzionano bene e sono capaci di mostrare chiare scelte allora ti senti più forte. Non sta a me commentare (la situazione politica italiana, ndr), non sono un elettore italiano, sono un elettore francese. E rispettiamo sempre il voto. Ma quando guardiamo alla Brexit, per esempio. C’è stato un referendum e un voto che dev’essere rispettato ma che è anche deplorevole. Sta agli italiani decidere quali sono i loro interessi”.

Intanto, il Tar del Lazio ha confermato la data del 17 ottobre per la definizione dei ricorsi di M5s e Sinistra italiana sul quesito referendario. I giudici amministrativi hanno respinto infatti il ricorso del Codacons che chiedeva di sospenderlo e modificarlo con urgenza, rimandando “la decisione in sede collegiale al prossimo 17 ottobre, quando verrà discusso il ricorso promosso dal M5S e Sinistra Italiana, con l’intervento ad adiuvandum del Codacons”, ha fatto sapere l’associazione dei consumatori.

“Per il presidente della seconda sezione bis del Tribunale amministrativo, Elena Stanizzi, ‘non sono ravvisabili i presupposti per la concessione della richiesta misura cautelare monocratica, individuati nella estrema gravita’ ed urgenza tale da non consentire neppure la dilazione della decisione fino alla data della prima camera di consiglio utile – si legge ancora nella nota del Codacons che riferisce il dispositivo della sentenza emessa oggi – Per il Tar quindi una decisione favorevole ai ricorrenti nel giudizio del 17 ottobre consentirebbe di modificare il testo del quesito referendario entro tempi congrui, tali da non giustificare una decisione d urgenza”.