Napolitano: possibile revisione Italicum, ma con iniziativa Renzi

Partiti ragionino su nuovo patto per l'Italia per grandi temi

LUG 20, 2016 -

Roma, 20 lug. (askanews) – “Una revisione del sistema elettorale credo sia da considerare, nel senso di non puntare a tutti i costi sul ballottaggio, che rischia, nel contesto attuale, di lasciare la direzione del paese a una forza politica di troppo ristretta legittimazione nel voto del primo turno”. Lo afferma Giorgio Napolitano in un’intervista a ‘Il Foglio’, nella quale sollecita maggioranza e opposizione a “ragionare su un percorso condiviso per definire urgentemente un nuovo patto per l’Italia”, articolato “su grandi temi obbligati, sui quali è essenziale che non ci siano contrapposizioni: il ruolo del nostro paese in Europa, un piano per la crescita, l’occupazione, il mezzogiorno; un intervento risoluto e condiviso rispetto al tema della prevenzione del terrorismo e della mobilitazione per sconfiggerlo; una unione di intenti rispetto alla politica dell’immigrazione e dell’asilo”.

L’ex capo dello Stato ricorda che all’inizio dell’anno, “ben prima dei risultati delle amministrative”, invitò il governo “a prestare attenzione alle preoccupazioni espresse da varie parti sulla legge elettorale e sugli equilibri costituzionali. Oggi bisogna essere sinceri e dire che rispetto a quando l’Italicum è stato concepito sono cambiati i tempi. Il tripolarismo, a mio modo di vedere, è oggi una nuova caratterizzazione del nostro sistema politico, e nella frammentazione che è venuta crescendo tutti e tre i poli possono essere competitivi e ambire a raggiungere la guida del governo”.

“Vedo che anche il presidente del Consiglio non ha escluso che vi possa essere una qualche modifica all’Italicum, ma mi sembra riduttivo – sottolinea Napolitano – dire semplicemente che deve essere il Parlamento, e dopo il referendum, a occuparsene. Renzi è premier, certo, ma è anche segretario del Pd, e una modifica della legge, se ci deve essere, non può che avvenire anche in base a un’iniziativa politica che si imperni sui gruppi parlamentari del partito guidato dallo stesso premier”.