Roma, 26 nov. (askanews) – Si apre domenica 27 novembre a Roma presso lo spazio Piano Zero l’esposizione “Confini†di Giuseppe Canegiallo. Di seguito la presentazione dell’iniziativa. “/kon’fini/ è una parola che contiene molte, troppe sfumature per poter essere realmente intesa da tutti alla stessa maniera. Un’esperienza personalissima eppure comune. Ognuno di noi – spiega Paola Aloisio – conosce questo termine e ognuno declina alla propria esperienza il suo significato: i limiti, le opportunità , la geografia, l’anatomia, la politica, l’economia, le energie, gli oggetti e le tante altre cose di cui è fatta la vita. Questa molteplicità di significati e di interpretazioni si traducono formalmente in esperienze impossibili da far comprendere a pieno se non tramite una narrazione che comunque rimane anch’essa un limite alla totale comprensione dell’esperienza altrui. Evidente, anche solo in questo passaggio, come il limite più grande forse non è altro che la nostra pelle, quello cioè che effettivamente ci divide dal resto del mondo. La pelle sembra una buona metafora perché come i confini geografici separa ma non divide, non è un muro monolitico ma piuttosto una membrana che può essere permeata, decorata, attraversata, lacerata. E quindi come il sistema epiteliale il confine è un dispositivo spaziale complesso che, come descrive Foucault, regola e determina soggettività , popolazioni e forme di vita secondo il criterio dell’inclusione e dell’esclusione. Il confine come segno dei nostri tempi, il confine come opportunità : d’altra parte la vita dell’umano è in costante relazione, attiva e passiva, con lo spazio ch’egli abita, gli esseri umani non fanno altro che tracciare linee e definire categorie da quando sanno comunicare gli uni con gli altri. Siamo “esseri geograficiâ€: l’intera storia sembra essere abbracciata da questo tema da qualsiasi parte la si voglia guardare. È in queste possibili interpretazioni del concetto di confine che si colloca la ricerca di Giuseppe Canegiallo che raccoglie, interpreta e ci propone le visioni di 10 persone per arrivare ad una narrazione più ampia del concetto, 10 interpretazioni, 10 verità , 10 confini diversi. Un percorso che non tenta di chiarire il significato della parola ma che vuole portare all’attenzione del dibattito le ripercussioni che questo concetto ha sulle soggettività , tramite una chiave che non è né scientifica né filosofica ma contingente all’attuale. Canegiallo parte dal significante per arrivare al significato o almeno a qualcuno dei molti possibili. CONFINI è un’esposizione prima di tutto interattiva – conclude – che prova a fornire qualche strumento per iniziare una discussione sulle infinite variabili che questo suono sottendeâ€.
Al via domenica 27 l’esposizione “Confini†di Giuseppe Canegiallo
A Roma presso Piano Zero
