Guerrieri: “Il minibond come alternativa alle banche in un contesto di credit crunch”

Lo spiega il Founder e CEO di Finera

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Roma, 25 gen. – L’attuale contesto economico è caratterizzato da un aumento dell’inflazione, con conseguente aumento dei tassi di interesse e imminente credit crunch. Questo aumento dei tassi di interesse, insieme alla stretta sui finanziamenti, sta impattando anche sul mercato dei minibond, strumento di finanza straordinaria che sta vivendo una fortissima espansione, soprattutto a sostegno delle piccole e medie imprese. I minibond fanno parte della cosiddetta finanza alternativa , e sono un tipo di obbligazione a medio-lungo termine emessa da società italiane non quotate, tipicamente PMI. Si tratta di strumenti solitamente utilizzati per piani di sviluppo, operazioni di investimento straordinarie o di rifinanziamento. Durante il contesto pandemico dell’emergenza Covid-19, così come nel corso dei mesi segnati dalla guerra russo-ucraina e dai rincari di carburanti, energia e materie prime, molti imprenditori hanno incontrato non poche difficoltà nell’ottenere credito dalle banche tradizionali. “In questo contesto, i minibond, e in generale la finanza alternativa, hanno giocato un ruolo fondamentale nell’offrire un numero maggiore di opzioni di accesso al credito alle PMI”, spiega Giordano Guerrieri, CEO di Finera. A dimostrare che la finanza alternativa sia venuta in soccorso delle PMI e delle banche – offrendo un maggior numero di strumenti di accesso al credito -, sono anche i risultati della ricerca pubblicata lo scorso novembre 2022 dall’Osservatorio del Politecnico di Milano. Secondo lo studio, nel primo semestre del 2022 la cedola media sui minibond a tasso fisso delle PMI è  stata del 4,81%, contro il 3,91% dell’anno precedente. Inoltre, notevole è stato anche il numero di emissioni: nei primi 6 mesi del 2022, sono stati emessi  105 minibond da parte di PMI, con 559 milioni di euro raccolti. “Il risultato ottenuto dai minibond lo scorso anno è senza dubbio un record che permette di avanzare un’ipotesi con fondamenta solide: il 2023 potrebbe essere l’anno dei minibond in termini di emissioni”, dichiara Guerrieri, che con la sua azienda supporta le imprese anche nell’accesso al credito tramite canali alternativi alle banche. Senza dubbio “il minibond va quindi considerato come un’alternativa alle banche in un contesto di credit crunch”, ma va anche tenuto in considerazione in quanto presenta una serie di vantaggi per le PMI da non trascurare. Sicuramente, una piccola e media impresa che emette minibond, può accedere al credito in modo più rapido e sicuro, diversificando anche le sue fonti di finanziamento. Come conseguenza si verifica un rafforzamento della solidità finanziaria dell’azienda, una riduzione delle posizioni in Centrale rischi, una maggiore trasparenza e, ultimo ma non meno importante, l’avvio di un dialogo con investitori di vari livelli: nazionali, internazionali e istituzionali. Al fine di migliorare la conoscenza dei minibond in un momento in cui potrebbero rappresentare la migliore alternativa per l’accesso al credito, Finera organizza per il 26 gennaio un webinar gratuito, tenuto proprio da Guerrieri, che affronterà tutti gli aspetti dell’emissione di minibond.