Sant’Egidio: il Papa nel Congo ferito, viaggio di speranza

Ue favorisca la stabilizzazione e rafforzi cooperazione

GEN 25, 2023 -

Roma, 25 gen. (askanews) – “Una visita molto importante e molto attesa” che si inserisce in momento piuttosto complesso per la Repubblica Democratica del Congo, con scontri alla frontiera nell’est del Paese. Un’occasione per richiamare l’attenzione sul continente africano da parte della comunità internazionale. Don Francesco Tedeschi, sacerdote della Comunità di Sant’Egidio e coordinatore delle attività nell’Africa centrale, spiega ad askanews il significato del viaggio che Papa Francesco compirà a Kinshasa (Rdc) e Sud Sudan dal 31 gennaio al 5 febbraio. “E’ una visita molto importante e una visita molto attesa – sottolinea -. Cade in una situazione abbastanza complessa del Paese. In questi giorni ci sono state delle avvisaglie di scontri alla frontiera con il Ruanda, soprattutto l’est del Paese è ormai quasi soffocato da una situazione di conflitto quasi endemica da 20 anni”. “C’è una grande speranza nella popolazione che la visita del Papa potrà riaccendere l’interesse e l’impegno della comunità internazionale per aiutare questo Paese a uscire da questa situazione”, aggiunge don Tedeschi. “Ma poi il Congo è anche un Paese simbolo dell’Africa perché attraverso la sua storia e la sua realtà è una sintesi di tutte le grandi contraddizioni di questo continente. Un Paese di grandi ricchezze ma anche di infiniti problemi che sono collegati da una parte alla realtà interna del paese ma anche alla complessa situazione internazionale che stiamo vivendo”. Che ruolo possono giocare l’Italia e l’Unione Europea nel processo di pace? “Innanzitutto attraverso una stabilizzazione della situazione e una maggiore cooperazione non guidata da altri interessi – sottolinea il sacerdote, esperto della Repubblica democratica del Congo – perché fino adesso il problema della gestione della crisi congolese è stata quella di lasciar fare alla comunità internazionale attraverso dei grandi progetti che però non avevano un impatto reale sulla popolazione e sulla realtà che si sta vivendo”. “Io credo che la comunità internazionale e l’Unione europea potrebbero aiutare il Paese ad uscire da questa situazione – ribadisce don Tedeschi – a uscire da una crisi anche economica, favorendo una crescita non più legata solo allo sfruttamento delle risorse minerarie ma anche alla crescita dei diritti della popolazione”. Sant’Egidio è molto impegnata nel continente africano con il Progetto Dream nella lotta all’Aids. Una rappresentanza di Kinshasa incontrerà il Papa, e anche una delegazione proveniente da Goma. “Siamo molto contenti di questa visita, il programma Dream è presente in numerosi paesi africani e a Kinshasa abbiamo un centro dove abbiamo in cura i malati di Aids ma abbiamo anche cominciato a fare vaccinazioni contro il Covid e un programma sanitario per la prevenzione dei tumori all’utero. È un impegno più che decennale accanto alla popolazione di Kinshasa. La visita del Papa è un riconoscimento importante perché il valore che il Papa dà agli ultimi e ai poveri è una chiave di lettura importante per capire che attraverso questa attenzione e questa solidarietà l’Africa può rinascere”, conclude il sacerdote.