Qatargate, Cozzolino all’Europarlamento: estraneo alle accuse

Contro di me solo sospetti, indagini originate da servizi segreti

GEN 24, 2023 -

Bruxelles, 24 gen. (askanews) – L’eurodeputato Andrea Cozzolino, eletto nel Pd ma recentemente autosospeso dal gruppo S&D, è stato ascoltato dalla commissione Affari giuridici del Parlamento europeo (Juri), come aveva chiesto lui stesso, in una audizione stamattina a Bruxelles, a porte chiuse, a seguito della richiesta della magistratura belga di revoca della sua immunità parlamentare, nel quadro dell’inchiesta in corso sul cosiddetto scandalo “Qatargate”. L’eurodeputato si è dichiarato del tutto estraneo ai fatti riguardanti l’indagine, ha lamentato di non essere ancora mai stato ascoltato, nonostante la sua richiesta in questo senso, dal giudice belga Michael Claise, che conduce l’inchiesta, e si è detto pronto a rinunciare alla propria immunità, se così deciderà l’Europarlamento. Facendo riferimento agli elementi presenti nella richiesta di revoca dell’immunità, Cozzolino ha dato una serie di dettagli per confutare le accuse sulle posizioni che avrebbe preso per influenzare le decisioni del Parlamento europeo riguardo al Qatar, al Marocco, all’Algeria, al lavoro nella Commissione d’inchiesta del Parlamento incaricata di esaminare l’uso di Pegasus e di altri spyware di sorveglianza. Ha affermato, inoltre, di avere delle relazioni “cordiali”, come “con molti altri colleghi” ed “esclusivamente personali e di natura amichevole” con l’ambasciatore del Marocco in Polonia Abderrahim Atmoun, che parla molto bene l’italiano. L’ambasciatore Atmoun è uno dei personaggi sospettati nell’inchiesta di fare da tramite nei tentativi di corruzione degli eurodeputati. “Sono queste le uniche circostanze di fatto, vere e riscontrabili, che sono in grado di riferire sui fatti oggetto della richiesta di revoca dell’immunità”, ha affermato Cozzolino di fronte alla commissione Juri. E ha sottolineato subito dopo: “Voglio aggiungere di non aver mai ricevuto somme di danaro, beh direttamente ne indirettamente, le in contanti né contrattazioni finanziarie, né per me né per qualsivoglia associazione, fondazione, Ong, impresa o persona fisica”. Cozzolino ha poi spiegato come Francesco Giorgi, ex assistente del principale accusato nel Qatargate, l’ex eurodeputato Pier Antonio Panzeri, sia diventato suo assistente, e come questo sia alla base delle accuse che lo riguardano. “Il sospetto nei miei confronti è basato sul fatto che Giorgi lavorasse alle mie dipendenze, essendo stato in precedenza assistente di Panzeri”, ha rilevato, ricordando poi che “è prassi di questo Parlamento, come di tanti parlamenti nazionali, assumere come propri collaboratori funzionari accreditati dall’aver collaborato nelle precedenti legislature con altri deputati, ssima non più rieletti con più ricandidati”. “Quando ho assunto Giorgi – ha continuato -, egli era ritenuto uno dei più brillanti giovani funzionari di Bruxelles e poteva vantare anche una importante rete di relazioni istituzionali”. inoltre, “Panzeri, dal cui ufficio proveniva, era tra i più stimati parlamentari italiani uscenti, essendo stato in carica per tre legislature consecutive, dal 2004 al 2019”. “Delle loro attività e interessi, di qualunque natura fossero, io ero del tutto all’oscuro, come è provato dal fatto che essi stessi nulla di concreto e specifico dicono sul mio conto”, ha rimarcato Cozzolino. “Da oltre un mese – ha lamentato poi l’eurodeputato – sono al centro di una violenta campagna di stampa, che sta devastando me e la mia famiglia sulla base di un mero sospetto. Un sospetto più inquietante sul piano politico dal fatto, in sé allarmante, che le indagini – ha affermato Cozzolino – traggono origine dall’attività dei servizi segreti di diversi Stati soprattutto non europei”. E questo è un fatto, ha aggiunto, “del quale questo Parlamento dovrà prima o poi occuparsi in difesa della sua autonomia”. L’europarlamentare ha insistito che il sospetto in base al quale è accusato “potrebbe riguardare, per quanto è generico e aleatorio, ogni e ciascun deputato per ogni e ciascuna attività svolta all’interno del Parlamento europeo”. E questo, ha rilevato, è “un dato che, in particolare in Italia, è stato obliterato dal clamore della vicenda”. Non si è tenuto conto, ha evidenziato Cozzolino, “della profonda differenza tra il sistema giudiziario italiano è quello belga, che è ispirato a un modello inquisitorio”. Un modello “che mette gli investigatori in condizioni di compiere attività che in Italia sono possibili solo sulla base di accuse ed elementi concreti e circostanziati”. Tanto che, ha affermato, “dinanzi al nostro Parlamento nazionale, quello italiano, una richiesta di revoca dell’immunità siffatta sarebbe negata per la sua genericità” “E’ per queste ragioni, in primo luogo per consentire quanto prima e quanto più in profondità l’accertamento dei fatti e della verità, e, non di meno, per sollevare voi, cari colleghi, dall’ambasce di una decisione su cui grava il peso di una opinione pubblica incalzante, rispetto alla quale si è colto la fragilità e l’imbarazzo delle istituzioni politiche europee, che dichiaro formalmente di rinunciare all’immunità parlamentare riconosciuto dalla legge”, ha concluso Cozzolino ringraziando i membri della commissione Juri per averlo ascoltato.