Il Ministero degli Esteri lancia “Il Turismo delle Radici”

Intervista al Coordinatore Nazionale Giovanni Maria De Vita

DIC 7, 2022 -

Roma, 7 dic. (askanews) – “Il Turismo delle Radici nasce come progetto ideato e gestito da noi, Ministero degli Esteri. Si rivolge ai discendenti degli Italiani, alle nuove generazioni di italiani all’estero che mantengono sempre vivo l’interesse per l’Italia, il ricordo attraverso i racconti dei loro genitori e dei nonni. È un turismo ecosostenibile che valorizza i territori da cui ha origine l’emigrazione italiana come piccoli borghi e zone rurali. Noi vogliamo far sì che i turisti delle radici sentano il desiderio di andare a visitare questi luoghi da vicino da cui provengono i loro antenati”. Il Cittadino.ca ha intervistato Giovanni Maria De Vita, Consigliere d’Ambasciata presso la Direzione Generale per gli Italiani all’Estero del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI), Coordinatore Nazionale del Turismo delle Radici, delle attività culturali pluriennali e della comunicazione. Come nasce questo progetto? “Il progetto, che contribuisce al rilancio del turismo italiano dopo la pandemia, ricevendo un finanziamento importante di 20 milioni di Euro dall’Unione Europa, nasce da uno scambio di informazioni che il Ministero degli Esteri ha avviato sin dal 2018 con la creazione di un tavolo tecnico a cui hanno partecipato Istituzioni pubbliche e private, stimolando uno scambio di informazioni con un’azione di coordinamento tra le Istituzioni coinvolte. Il Turismo delle Radici è un’occasione unica per sensibilizzare il nostro Paese sull’importanza del riconoscimento delle Comunità Italiane all’estero, che rappresentano 80 milioni di persone, un’Italia più grande dell’Italia. Siamo molto orgogliosi di aver creato un investimento nei servizi del turismo. L’Italia è il Paese più desiderato del mondo, ma non il più visitato. Purtroppo non si investe nel turismo, bisogna formulare opportunità concrete nel creare itinerari e servizi per facilitare l’arrivo nei territori delle zone rurali e dei piccoli Borghi. Per la prima volta si è resa possibile l’offerta di questi territori che sono fuori il circuito ‘mainstream’. Grazie alla collaborazione con le Università e Centri di ricerca monitoreremo il flusso di questo nuovo turismo, attuando un piano di servizi come, ad esempio, l’interpretariato in territori rurali o meno accessibili. Grazie ad un piano di comunicazione ad hoc, utilizzando diversi tipi di tecnologie, offriremo al viaggiatore un viaggio virtuale dei territori, incentivandolo a scoprire, di persona, la terra dei suoi antenati”. Quali sono le azioni concrete del Turismo delle radici? “Puntiamo sull’accoglienza, momento cruciale, per i turisti delle radici, vogliano che si sentano ben accolti nel paese dei loro antenati. I viaggiatori, accompagnati da figure professionali specializzate, saranno accompagnati nel loro viaggio per due motivi. Il primo perché sono persone che compiono un’esperienza emotiva che non si esaurisce solo nel vedere il territorio, ma si completa attraverso il contatto con gli aspetti del mondo della cultura, delle tradizioni, della enogastronomia e dei territori stessi che sono parte dei luoghi della loro storia familiare. Il secondo motivo è facilitare l’arrivo di questi turisti nelle aree meno accessibili del nostro Paese, dei piccoli borghi, nelle zone rurali, data la complessità del sistema dei trasporti. Ci sarà anche un Passaporto delle Radici Italiane con sconti su tutte le realtà produttive territoriali, locali e nazionali, dedicato a tutti i viaggiatori”. Quali sono i servizi offerti per preparare il viaggio delle radici? “Il primo servizio è quello offerto dai genealogisti che aiuteranno a ricostruire il luogo di provenienza dei propri antenati. Poi il ruolo del Comune con la possibilità di accedere gli archivi dello Stato Civile per consultare i documenti originali dei propri antenati, uno dei momenti più emozionanti per il turista delle radici. Terzo servizio, l’accompagnamento dei turisti nei luoghi che hanno scritto la storia dei propri antenati. Questa figura professionale sarà formata attraverso un Master dell’Università della Calabria patrocinato dal MAECI”. Quando inizia “l’Anno delle Radici Italiane”? “Nel 2024, stiamo pianificando un grande evento, in Italia, di “Bentornati a casa” con tutte le Comunità Italiane all’estero che organizzeranno manifestazioni ad hoc, con la presenza di testimonial. La dimensione dell’emigrazione italiana è ancora sconosciuta e in questo modo l’Italia ha l’occasione di conoscere ed apprezzare il grande contributo che gli Italiani all’estero hanno dato nella costruzione dei paesi in cui si sono insediati”.