Ecatombe di migranti nel Mediterraneo al largo della Siria

L'imbarcazione era partita dal Libano

SET 23, 2022 -

Roma, 23 set. (askanews) – Sono 71 i cadaveri dei migranti recuperati a seguito del naufragio della loro imbarcazione al largo delle coste della Siria. Il bilancio è stato diffuso dal ministro della Sanità di Damasco. Altre fonti media parlano di 81 morti. Venti superstiti sarebbero in cura nell’ospedale della città siriana di Tartus. Le autorità hanno riferito che cittadini libanesi, siriani e palestinesi – compresi donne e bambini – erano tra i circi 120-150 passeggeri a bordo dell’imbarcazione, naufragata ieri. Non è chiaro che cosa abbia causato l’incidente, per cui è in corso un tentativo di salvataggio. Le autorità hanno riferito che l’imbarcazione era partita da Minyeh, città vicina al porto libanese di Tripoli. L’imbarcazione era diretta, a quanto trapelato, in Europa al momento della tragedia. Tartus, dove i sopravvissuti sono stati trasportati, si trova circa 50 chilometri a nord della città portuale libanese di Tripoli. Secondo l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), il Libano ospita circa un milione e mezzo di rifugiati siriani e quasi 14mila provenienti da altre nazioni. Ospita il maggior numero di rifugiati pro capite al mondo. Tuttavia, il Paese sta affrontando una grave crisi economica, alimentata dal Covid-19 e dall’esplosione nel porto di Beirut del 2020, con oltre l’80 per cento della popolazione che lotta per permettersi cibo e medicine. La situazione sta avendo un forte impatto sulla popolazione migrante del Paese: molti scelgono di fuggire altrove, anche in Europa. All’inizio di questo mese, sei persone, compresi bambini, sono rimaste uccise quando una barca che trasportava migranti dal Libano verso l’Europa è affondata al largo delle coste della Turchia. La guardia costiera del Paese ha detto che 73 migranti su quattro barche sono stati salvati. (Foto di repertorio). Fco/Int2