Abe Roma, 22 lug. (askanews) – La decisione del governo giapponese di tenere il 27 settembre una solenne commemorazione funebre in memoria dell’ex primo ministro Shinzo Abe, assassinato l’8 luglio scorso, sta provocando polemiche e malumori. Oggi il governo ha formalmente approvato il provvedimento che stabilisce la commemorazione. Si tratta di un evento rarissimo: nel solo dopoguerra questo onore è stato concesso solo per le esequie di Shigeru Yoshida, nel 1967, che da primo ministro fu l’architetto della rinascita giapponese nel dopoguerra. “Abbiamo preso questa decisione perché Abe è stato il primo ministro più longevo nel suo incarico, che ha svolto con capacità di leadeship diverse dagli altri, assumendosi grandi responsabilità nell’affrontare molte gravi questioni nazionali e internazionali”, ha detto il capo di gabinetto, che fa da portavoce del governo, Hirokazu Matsuno. Ha comunque assicurato che si tratterà di una manifestazione “non schierata, semplice e sobria”. Ma non ha detto quali siano le stime nei costi e ha sostenuto che il numero di invitati deve ancora essere deciso. La decisione di accordare ad Abe un’onore così elevato, nonostante le circostanze drammatiche in cui si è conclusa la vita dell’ex premier, ha suscitato più di una perplessità e qualche polemica. Abe era un politico divisivo, sotto molti punti di vista. Non solo per il suo stile di leadership e per le sue idee piuttosto decise in merito alla riforma costituzionale che consentirebbe una maggiore assertività sul piano militare al Giappone, ma anche per i suoi rapporti con il mondo del nazionalismo e con alcune attività educative chiacchierate, vicine alla galassia nazionalista, che hanno usufruito di aiuti pubblici non dovuti. Già ieri una cinquantina di persone ha presentato un’ingiunzione alla Corte distrettuale di Tokyo per fermare l’utilizzo di fondi pubblici per un evento che non è stato sottoposto all’approvazione della Dieta, il parlamento nipponico, e che per questo – secondo i querelanti – è a forte dubbio di legittimità costituzionale. Inoltre dai partiti d’opposizione sono venute proteste. “Vengono chiaramente violati diritti protetti dalla costituzione, come quello di pensiero e coscienza” ha sostenuto Mizuho Fukushima, capo del Partito socialdemocratico, parlando a qualche centinaio di dimostranti che si sono riuniti davanti al Kantei – l’ufficio del primo ministro – per protestare. Anche il secondo giornale del paese, l’Asahi shimbun di orientamento progressista, si è schierato sul fronte del no. In un editoriale ha affermato che “questo onore speciale approfondirà ulteriormente la divisione tra coloro che hanno sostenutoAbe e coloro che non l’hanno fatto”. Abe, insomma, rimane divisivo anche dopo morto. D’altronde questa valutazione è sostenuta un sondaggio della televisione pubblica NHK, che ha valutato i favorevoli ai funerali di stato per Abe nel 49 per cento, meno della metà dei giapponesi. Il funerale di stato del 27 settembre sarà in realtà una commemorazione in memoria, più che vere e proprie esequie, che in realtà hanno già avuto luogo immediatamente dopo l’assassinio con rito buddista presso un tempio di Tokyo.
Funerali di stato per Abe, cresce opposizione in Giappone
Proteste e perplessità: un leader divisivo anche da morto