Il lungo addio di Boris Johnson a Downing Street

Il primo ministro si arrende ma intende rimanere ad interim fino a settembre

LUG 7, 2022 -

Gran Bretagna Roma, 7 lug. (askanews) – Di fronte alla ribellione del partito il primo ministro britannico Boris Johnson si è arreso all’inevitabile e ha rassegnato le dimissioni dall’incarico: ma il suo vuole essere un lungo addio, calcolabile in almeno tre mesi alla guida di un esecutivo rappezzato. La cosa non sembra preoccupare troppo Johnson, che ha già avvertito i suoi Ministri della natura limitata della capacità di azione del suo esecutivo – sostanzialmente, il disbrigo degli affari correnti. Stando alle malelingue citate dalla stampa britannica, uno dei motivi principali dell’attaccamento alla poltrona di Johnson sarebbe il fatto che comporta anche l’usufrutto della residenza ufficiale di Chequers, dove a fine mese è in programma la festa di matrimonio del premier (con gli inviti già spediti). Di contro, diversi esponenti Tory fra cui l’ex premier John Major hanno invitato Johnson a farsi da parte immediatamente, lasciando il campo libero a un inquilino ad interim come il vicepremier Dominic Raab (la scelta logica, anche perché non ha intenzione di candidarsi) o un altro esponente privo di ambizioni come Theresa May, che ha già declinato l’invito. Non sembra tuttavia che BoJo abbia intenzione di mollare subito Downing Street, e salvo che le pressioni del partito diventino irresistibili – cosa che potrebbe succedere se i Tories dovessero considerare che ogni giorno di permanenza in più porta dei voti in meno – a questo punto a decidere sarà la “Commissione 1922”. Da fonti della stessa commissione – la cui direzione verrà eletta ex novo lunedì, il che potrebbe cambiare di nuovo le carte in tavola – l’auspicio sarebbe di ridurre il non piccolo numero di aspiranti a due entro la fine di luglio, per poi procedere al voto alla fine delle vacanze parlamentari. Indubbiamente una folta schiera di candidati e un procedimento celere non vanno insieme, per cui la volontà di permanenza per quanto interinale di Johnson sembra avere il tempo dalla sua; e d’altronde, la preoccupazione principale dei Tories, quella delle elezioni anticipate, appare sventata e ci si può permettere una scelta per loro sperabilmente oculata. I primi sondaggi danno per favorito alla successione il ministro della Difesa Ben Wallace, che in un eventuale testa a testa batterebbe tutti i principali rivali – e, al pari dei colleghi, perderebbe le elezioni di fronte al leader laburista, Keir Starmer. Mgi/Int14