Ecco perché l’Australia non coprirà mancanza grano ucraino

Nonostante raccolto record, in crisi la logistica del trasporto

MAG 25, 2022 -

Australia Roma, 25 mag. (askanews) – No, non sarà l’Australia a ovviare alla carenza di grano globale innescata dalla guerra in Ucraina, che potrebbe provocare una crisi alimentare globale. Nonostante un raccolto record quest’anno, infatti, il produttore oceanico ha difficoltà logistiche per veicolare questo prodotto, che è ormai già tutto prenotato. Lo scrive oggi il Nikkei Asia. Solitamente l’Australia copre tra il 10 e il 15 per cento del mercato globale, che consta di 100 milioni di tonnellate di grano, mentre Russia e Ucraina coprono un quarto del totale. “La nostra limitata capacità portuale significa che tutto è già prenotato”, ha segnalato Cheryl Kalisch di Rabobank. “Stiamo tentando di rispondere alla domanda addizionale nei mercati internazionali – ha continuato – ma non possiamo muoverci abbastanza velocemente da rispondere a bisogni di questa portata”. Quest’anno il raccolto di grano australiano è stato sostenuto da abbondanti precipitazioni atmosferiche. Per cui si sono raccolti 36,3 milioni di tonnellate nell’anno finanziario che si chiude il 30 giugno, secondo l’Ufficio australiano delle risorse economiche agricole. Si tratta di 3 milioni di tonnellate in più rispetto allo scorso anno anno. Questo andamento è in controtendenza rispetto alla siccità che sta colpendo l’emisfero settentrionale, mentre l’invasione russa dell’Ucraina sta bloccando l’esportazione del grano di Kiev con la chiusura dei porti e con le sanzioni alla Russia. L’India – terzo produttore mondiale – ha vietato le esportaizoni di grano per riuscire ad affrontare il montare dell’inflazione interna. A questo va aggiunta la crescita senza controllo dei costi logistici di trasporto globale, che sta mettendo in crisi le catene di fornitura, innescata dalla pandemia Covid-19. Tutto ciò ha fatto lievitare i prezzi, che oggi sono sostanzialmente al doppio rispetto a un anno fa. E questo mette a rischio la sicurezza alimentare, soprattutto nei paesi più poveri.