Somalia, domenica il parlamento elegge il nuovo presidente

Cinque i principali contendenti tra i 39 candidati (una sola donna)

MAG 14, 2022 -

Somalia Roma, 14 mag. (askanews) – Il parlamento somalo eleggerà domenica 15 maggio il nuovo presidente della Somalia, mettendo così fine a un processo elettorale andato avanti negli ultimi 15 mesi tra rinvii, controversie politiche, pandemia di Covid-19 e una grave crisi umanitaria in corso, causata dalla siccità. Sono 39 i candidati alla massima carica dello Stato, un dato mai registrato finora nel paese del Corno d’Africa, ma sono cinque i principali contendenti: il presidente uscente, Mohamed Abdullahi Mohamed Farmajo, due ex presidenti, Hassan Sheikh Mohamud e Sharif Sheikh Ahmed, l’ex premier Hassan Khaire, e l’attuale presidente della regione del Puntland, Said Abdullahi Deni. Una sola la donna in corsa: Fawziya Adam Yusuf, ex ministro degli Esteri del governo di Hassan Sheikh Mohamud. Le elezioni avrebbero dovuto tenersi allo scadere del mandato del presidente Farmajo, nel febbraio 2021, ma il processo è stato rallentato e ostacolato da accese dispute politiche. Innanzitutto dalla controversia tra governo federale e leader regionali sul modello elettorale da adottare, quindi da ripetuti contrasti tra il presidente Farmajo e il premier Mohamed Hussein Roble, che ha coordinato l’intero processo. La Somalia avrebbe dovuto tenere per la prima volta in 50 anni le elezioni a suffragio universale, ma è mancato l’accordo su una nuova costituzione capace di garantire un quadro giuridico a procedure di voto e collegi elettorali, costringendo così a optare per il modello di voto indiretto già usato nelle precedenti consultazioni. Il sistema prevede che siano i rappresentanti dei clan e della società civile somala a scegliere i propri delegati, che a loro volta scelgono i 275 membri della Camera dei rappresentanti e i 54 membri del Senato. Le elezioni per il rinnovo del parlamento sono iniziate nel luglio dello scorso anno e solo il 14 aprile scorso le due Camere hanno prestato giuramento. Domani saranno quindi i 329 parlamentari delle due Camere, riuniti in seduta comune in un hangar dell’aeroporto Aden Abdulle di Mogadiscio, a eleggere il nuovo presidente. Un candidato viene eletto al primo turno se riceve il 75% dei voti, cosa mai avvenuta finora in Somalia, per cui sono state necessarie solitamente tre votazioni. Spetterà poi al nuovo presidente nominare il premier, chiamato poi a sua volta a formare il nuovo governo. Nel discorso tenuto il giorno in cui ha ufficializzato la propria candidatura, il presidente uscente ha detto di voler “completare il cammino del cambiamento”, ricordando le riforme fatte sotto la sua guida, in particolare in ambito finanziario, e ribadendo l’impegno a portare la Somalia ad avere il sistema “one man, one vote”. Se il presidente del Puntland ha accusato Farmajo di rappresentare “la politica fallita e divisiva del passato”, gli altri candidati gli hanno contestato di non essere riuscito a sconfiggere la minaccia rappresentata dagli Shebab nè la diffusa corruzione. “Farmajo aveva promesso di sradicare Al Shebab dalla Somalia in soli due anni quando si è insediato nel 2017. Una promessa non mantenuta”, ha sottolineato il suo predecessore, Hassan Sheikh Mohamud. L’ex presidente Sharif Sheikh Ahmed è andato anche oltre, accusando il governo di essersi schierato con i gruppi terroristici. La lotta ai miliziani Shebab rimarrà quindi una priorità del futuro governo, anche alla luce del recente attacco messo a segno contro una base della missione dell’Unione africana, che ha causato decine di vittime tra le forze burundesi. Grave è inoltre la situazione umanitaria, con quasi il 90% della Somalia colpita dalla più grave siccità degli ultimi 40 anni. Secondo gli ultimi dati Onu, sono circa 6,1 milioni le persone che non dispongono di mezzi di sussistenza a causa della siccità.