Ucraina, nodi e senso della consacrazione del Papa alla Madonna

Questa sera a San Pietro l'atto pubblico per invocare la pace

MAR 25, 2022 -

Ucraina Città del Vaticano, 25 mar. (askanews) – Una umanità che ha ‘smarrito l’umanità’, ha ‘smarrito la via della pace’, ha ‘dimenticato la lezione delle tragedie del secolo scorso, il sacrificio di milioni di caduti nelle guerre mondiali’, ha ‘disatteso gli impegni presi come Comunità delle Nazioni’, si è rinchiusa ‘in interessi nazionalisti’ ed ha scelto di ‘sopprimere vite e accumulare armi’, vuole ‘affidarrsi’ alla Madonna e ‘consacrarsi’ a Cristo, in questo frangente storico segnato dalla guerra russa in Ucraina: così papa Francesco spiega la decisione di presiedere, questo pomeriggio ‘verso le 18.30’ nella basilica di San Pietro un ‘Atto di Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria della Russia e dell’Ucraina’. La cerimonia avviene nel corso della ormai tradizionale Celebrazione Penitenziale che il papa presiede in Quaresima: Francesco si confessa personalmente ad uno dei confessionali della basilica vaticana, e poi a sua volta confessa alcui penitenti. La stessa consacrazione, sempre nel giorno in cui la Chiesa festeggia la Solennità dell’Annunciazione del Signore, sarà compiuto a Fatima dal cardinale Konrad Krajewski, elemosiniere di sua santità, come inviato del papa. Nei giorni scorsi la Santa Sede ha pubblicato la lettera con la quale Francesco invita i vescovi di tutto il mondo ad unirsi, a distanza, a questo rito, e la stessa preghiera, tradotta in 34 lingue. La consacrazione della Russia al cuore immacolato di Maria, e di Gesù, come è noto, nasce con le apparizioni di Fatima nel 1917, lo stesso anno della presa del potere dei Bolscevichi a Mosca. L’unica sopravvissuta dei tre pastorelli ‘veggenti’, Lucia dos Santos, nel frattempo entrata in convento, aggiunse nei decenni successivi nuove rivelazioni. In particolare, ha ricostruito lo storico portoghese José Barreto, solo alla fine di maggio del 1930, quando era ormai nata l’Unione Sovietica, ‘la veggente sostenne di avere ricevuto nuove istruzioni dal cielo. Da un lato Dio insisté perché fosse sollecitata l’approvazione papale – dall’altro (e qui la veggente scrisse: ‘Se non mi sbaglio’), Dio promise di ‘porre fine alla persecuzione in Russia se il Santo Padre avesse, insieme a tutti i vescovi del mondo, compiuto un solenne e pubblico atto di riparazione e di consacrazione della Russia ai Sacri Cuori di Gesù e di Maria”. Nel corso del Novecento la devozione mariana di Fatima si è strettamente intrecciata con la mitologia politica. Dopo le apparizioni di Fatima, ha ricordato Vatican News, ci sono stati vari atti di consacrazione al Cuore Immacolato di Maria: Pio XII, il 31 ottobre 1942, consacrò tutto il mondo e il 7 luglio 1952 consacrò i popoli della Russia al Cuore Immacolato di Maria nella Lettera apostolica Sacro vergente anno: ‘Come pochi anni fa abbiamo consacrato tutto il mondo al Cuore immacolato della vergine Madre di Dio, così ora, in modo specialissimo, consacriamo tutti i popoli della Russia al medesimo Cuore immacolato’. Paolo VI, il 21 novembre 1964, rinnovò la consacrazione della Russia al Cuore Immacolato alla presenza di Padri del Concilio Vaticano II. Papa Giovanni Paolo II compose una preghiera per quello che definì ‘Atto di affidamento’ da celebrarsi nella Basilica di Santa Maria Maggiore il 7 giugno 1981, solennità di Pentecoste. Poi, per rispondere più pienamente alle richieste della Madonna, volle esplicitare durante l’Anno Santo della Redenzione l’atto di affidamento del 7 giugno 1981, ripetuto a Fatima il 13 maggio 1982, esattamente un anno dopo l’attentato a piazza San Pietro del terrorista turco Mehmet Ali Agca dal quale Giovanni Paolo II era convinto di essere stato salvato grazie all’intercessione della Madonna. ‘Nel ricordo del Fiat pronunciato da Maria al momento dell’Annunciazione’, scrive Vatican News, ‘il 25 marzo 1984 in piazza San Pietro, in unione spirituale con tutti i Vescovi del mondo, precedentemente ‘convocati’, Giovanni Paolo II affida al Cuore Immacolato di Maria tutti i popoli. Lo stesso 25 marzo, 38 anni dopo, il Papa volge nuovamente lo sguardo alla Vergine di Fatima, questa volta per implorare la pace in Ucraina. Non mancano peraltro perplessità, tra gli esperti, per l’atto stesso della ‘consacrazione’, che dovrebbe piuttosto essere sostituito dall”affidamento’. Il teologo olandese Hendro Munsterman ha sottolineato che nel 2002 la stessa Santa Sede pubblicò un ‘Direttorio su pietà popolare e liturgia, nel quale si afferma che ‘i progressi compiuti dalla teologia liturgica e la conseguente esigenza di un uso rigoroso dei termini suggeriscono di riservare il termine consacrazione all’offerta di se stessi che ha come termine Dio, come caratteristiche la totalità e la perpetuità, come garanzia l’intervento della Chiesa, come fondamento i sacramenti del Battesimo e della Confermazione. In ogni caso, relativamente a tale pratica è necessario istruire i fedeli sulla sua natura. Essa, pur presentando le caratteristiche di dono totale e perenne: è solo analogica nei confronti della ‘consacrazione a Dio’; deve essere frutto non di un’emozione passeggera, ma di una decisione personale, libera, maturata nell’ambito di una visione esatta del dinamismo della grazia; deve essere espressa in modo corretto, in una linea, per così dire, liturgica: al Padre per Cristo nello Spirito Santo, implorando l’intercessione gloriosa di Maria, alla quale ci si affida totalmente, per osservare con fedeltà gli impegni battesimali e vivere in atteggiamento filiale nei suoi confronti; deve essere compiuta al di fuori della celebrazione del Sacrificio eucaristico, trattandosi di un gesto di devozione non assimilabile alla Liturgia: l’affidamento a Maria infatti si distingue sostanzialmente da altre forme di consacrazione liturgica’. ‘Caro Fratello’, scrive ora il papa, da sempre molto devoto della Madonna, ai vescovi di tutto il mondo, ‘è trascorso quasi un mese dall’inizio della guerra in Ucraina, che sta causando sofferenze ogni giorno più terribili a quella martoriata popolazione, minacciando anche la pace mondiale. La Chiesa, in quest’ora buia, è fortemente chiamata a intercedere presso il Principe della pace e a farsi vicina a quanti pagano sulla propria pelle le conseguenze del conflitto. Sono grato, in questo senso, a tutti coloro che con grande generosità stanno rispondendo ai miei appelli alla preghiera, al digiuno, alla carità. Ora, accogliendo anche numerose richieste del Popolo di Dio, desidero affidare in modo speciale alla Madonna le Nazioni in conflitto. Come ho detto ieri al termine della preghiera dell’Angelus, il 25 marzo, Solennità dell’Annunciazione, intendo compiere un solenne Atto di consacrazione dell’umanità, in modo particolare della Russia e dell’Ucraina, al Cuore immacolato di Maria. Poiché è bene disporsi a invocare la pace rinnovati dal perdono di Dio, esso avverrà nel contesto di una Celebrazione della Penitenza, che avrà luogo nella Basilica di San Pietro alle 17, ora di Roma. L’Atto di consacrazione è previsto verso le 18.30. Vuole essere un gesto della Chiesa universale, che in questo momento drammatico porta a Dio, attraverso la Madre sua e nostra, il grido di dolore di quanti soffrono e implorano la fine della violenza, e affida l’avvenire dell’umanità alla Regina della pace’. Francesco invita ogni vescovo del mondo ‘a unirsi a tale Atto, convocando, nella giornata di venerdì 25 marzo, i sacerdoti, i religiosi e gli altri fedeli alla preghiera comunitaria nei luoghi sacri, così che il Popolo santo di Dio faccia salire in modo unanime e accorato la supplica alla sua Madre’. L’umanità, ‘sfinita e stravolta, sta sotto la croce con te’, si legge nella preghiera rivolta a Maria. ‘E ha bisogno di affidarsi a te, di consacrarsi a Cristo attraverso di te. Il popolo ucraino e il popolo russo, che ti venerano con amore, ricorrono a te, mentre il tuo Cuore palpita per loro e per tutti i popoli falcidiati dalla guerra, dalla fame, dall’ingiustizia e dalla miseria. Noi, dunque, Madre di Dio e nostra, solennemente affidiamo e consacriamo al tuo Cuore immacolato noi stessi, la Chiesa e l’umanità intera, in modo speciale la Russia e l’Ucraina’. Su un altro piano, la decisione del papa attira l’attenzione dell’indagine storico-politica. ‘La decisione papale di consacrare sia la Russia che l’Ucraina caratterizza diversamente l’atto religioso: si tratta di ottenere la cessazione del conflitto. Pregare e far pregare per la pace è un aspetto della linea di Bergoglio su questa guerra. E anche un atto politico’, ha spiegato lo storico Daniele Menozzi, professore emerito alla Normale di Pisa, intervistato da Luca Kocci sul manifesto. ‘Il papa non può non preoccuparsi dell’unità di un mondo cattolico diviso sull’atteggiamento da tenere verso la guerra. Inoltre, dato lo scontro interno all’ortodossia tra Mosca e Costantinopoli, solo Roma è oggi in grado di mantenere vivo l’ecumenismo tra cristiani. Gli interventi pubblici di Bergoglio costituiscono la forma retorica con cui il papa oggi può arrivare a esprimere una condanna della guerra senza provocare rotture tra cattolici, evitare l’approfondimento dei contrasti tra cristiani e mantenere aperto un dialogo diplomatico con il Cremlino. Il problema vero è la coerenza con il Vangelo di un atteggiamento pur sempre dettato da ragioni politiche’. La consacrazione al Cuore immacolato di Maria degli Stati non è un atto anacronistico? ‘Tradizionalmente è legata al progetto del cattolicesimo intransigente di confessionalizzare gli ordinamenti pubblici: rappresentava la rivalsa cattolica rispetto ai processi di laicizzazione delle istituzioni politiche in età liberale. Francesco ha più volte proclamato che la stagione in cui la Chiesa perseguiva un ritorno al regime di cristianità è tramontata. La gestione della cerimonia – rito, discorsi, gesti – sarà una cartina di tornasole per verificarlo’.