L’altra fine del mondo: il libro di Perlroth sulle armi digitali

Nel libro il racconto della guerra segreta di Mosca e Kiev nel 2017

MAR 24, 2022 -

Cybersicurezza Roma, 24 mar. (askanews) – Dopo l’annessione della Crimea ma prima dell’invasione odierna, un’altra guerra segreta tra Ucraina e Russia si è già combattuta nel 2017. E quella fu davvero una guerra lampo. A fine giugno del 2017 la Russia scatenò contro l’Ucraina quella che la giornalista investigativa americana Nicole Perlroth definisce nel suo libro “Così mi hanno detto che finirà il mondo. La corsa agli armamenti cibernetici e il futuro dell’umanità” (Il saggiatore) “l’attacco informatico più devastante e dannoso della storia internazionale”. E il libro parte proprio da quell’episodio per descrivere il nuovo fronte della guerra ‘ibrida’ mondiale che già si sta combattendo in tutto il mondo, quello della corsa agli armamenti cibernetici, diavolerie informatiche che potrebbero portare davvero alla …. Fine del mondo. Mentre siamo giunti a un mese di guerra in Ucraina, gli analisti si chiedono perché la Russia non ha ancora scatenato un’offensiva digitale contro Kiev. La Russia starebbe valutando l’operazione – dicono molti analisti, e accusa anche il presidente americano Biden – ma sul fronte degli armamenti digitali Mosca sembra frenata dai suoi stessi successi del passato. Quando nel 2017 fa gli hacker russi paralizzarono praticamente l’intera società ucraina con un’offensiva informativa senza precedenti, il virus Notpetya – rubato agli americani – finì per sfuggire al controllo degli stessi agressorri e si diffuse ovunque nel mondo, sino a distruggere dati di Rosneft,gigante petrolifero pubblico russo, e di Evraz, produttrice di acciaio. Samantha Ravich, presidente di un gruppo di esperti sulla criminalità informatica negli Stati Uniti, commenteva giorni fa “Quel virus non venne contenuto. A questo punto, penso che Putin voglia essere in grado di controllare dove e quando attaccherà”. Per l’Ucraina fu il primo vero scontro in grande scala con la Russia, e questo, dopo l’annessione della Crimea e prima dell’invasione di oggi. Il paese – e lo racconta il libro di Nicole Perlroth “Così mi hanno detto che finirà il mondo. La corsa agli armamenti cibernetici e il futuro dell’umanità” (Il saggiatore)- era completamente paralizzato: un semplice virus informatico era riuscito a produrre conseguenze materiali più pesanti di giorni e settimane di bombardamenti: “il 27 giugno 2017 la Russia ha dispiegato le armi digitali (rubate alla Nsa) in Ucraina nel corso di quello che si è poi rivelato l’attacco informatico più devasante e dannoso della storia internazionale. Quel pomeriggio gli ucraini si sono trovati di fronte schermi neri ovunque. Non potevano prelevare dai bancomat, pagare la benzina ai distributori, inviare o ricevere posta, pagare i giglietti del treno, fare spesa, ricevere pagamenti o – fatto forse più terribile – monitorare i livelli delle radiazioni a Chernobyl”. Se l’Ucraina si riprese, spiega la Perlroth, fu a causa delle sue debolezze non della sua forza. La paradossale fortuna fu l’arretratezza delle infrastrutture digitali ucraine. “Le centrali nuclerari, gli ospedali, gli stabilimenti chimici, le raffinerie, i gasdotti, gli oleodotti, le fabbriche, le fattori, le città, le auto, i semafori, le case, i termostati, le lampadine, i frigoriferi, le stufe, i baby monitor, i pacemaker e le pompe di insulina del paese non erano ancora abilitati per il web”. La domanda è: cosa sarebbe accaduto se un attacco del genere (l’equivalente cyber di una bomba nucleare) fosse stato diretto contro gli Stati Uniti? Da qui, la Perloth inizia il suo viaggio in tutto il mondo – a partire dalla rivelazioni di Snowdwn, sino alle interferenze russe nelle elezioni americane – per descrivere il nuovo fronte, le nuove armi, i nuovi rischi di una terza guerra mondiale digitale, di fatto già iniziata anni fa, e ancora in corso.