L’arte in tempo di guerra, i musei russi chiedono indietro le opere

Prestiti rientrano anche in Italia, MiC: stop collaborazioni

MAR 10, 2022 -

Ucraina Milano, 10 mar. (askanews) – E’ partita da Milano, ma la richiesta di restituzione delle opere d’arte prestate dai musei russi per le mostre in Italia riguarda tutto il Paese ed è un’altra delle conseguenze del conflitto in corso in Ucraina che ha portato l’Europa, e con essa l’Italia, a opporsi all’invasione di Putin e a intraprendere un’offensiva diplomatica a più livelli. Come reazione, da Mosca, dal museo dell’Ermitage di San Pietroburgo in particolare, ma non solo, sono partite le lettere che chiedono la restituzione dei prestiti dalla Russia prima della fine del mese di marzo. Alcuni commentatori hanno subito rispolverato il concetto di Guerra fredda culturale e lo stesso ministro della Cultura, Dario Franceschini, ha confermato la sospensione di “tutte le attività di promozione culturale istituzionale” con la Federazione russa, oltre a quelle dell’iniziativa “Anno incrociato dei musei Italia-Russia”. In pratica ciò si traduce nello stop alle partnership e alle collaborazioni con Mosca, che nel panorama culturale italiano sono storicamente forti. Come nel caso della mostra delle Gallerie d’Italia di piazza Scala: il museo di Intesa Sanpaolo, infatti, ha organizzato proprio in collaborazione con l’Ermitage la mostra “Grand Tour”, attualmente aperta a Milano, con 25 opere provenienti dalla Russia. Dal gruppo bancario non ci sono al momento commenti ufficiali, ma trapela la considerazione che la richiesta arriva pressoché in corrispondenza alla fine della mostra, quindi con un disagio limitato, almeno per quanto riguarda questo specifico caso. Casi simili riguardano poi la mostra su Kandinskij a Palazzo Roverella a Rovigo: anche in questo caso esposizione che presenta molti dipinti in arrivo da musei o collezioni russe, Paese d’origine del celebre pittore. Poi a fare notizia sono anche il Tiziano prestato a Palazzo Reale, sempre a Milano, e il Picasso alla Fondazione Fendi di Roma, arrivato in Italia per la prima volta e ora destinato a ritornare in Russia. Franceschini ieri aveva commentato che, a fronte di una richiesta del legittimo proprietario le opere dovevano essere restituite. Ma questa restituzione, alla luce della situazione diplomatica, va intesa in senso biunivoco: anche dalla Russia rientreranno in Italia molti capolavori che il nostra Paese aveva prestato. L’arte e la cultura, comunque, erano state al centro anche della Guerra Fredda post secondo conflitto mondiale, con gli Stati Uniti che avevano usato movimenti come l’Espressionismo astratto di Pollock e De Kooning per promuovere idee di libertà e di individualismo in opposizione al realismo socialista sostenuto dalla cultura ufficiale dell’Urss. Ora il confronto che riguarda l’arte e i musei è più diplomatico, mentre le guerre parallele si combattono soprattutto a livello digitale e informatico. Lme/Int9